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"Spúlicani", "rosburghesi" e "valfortorani"

 Roseto Capo Spúlico, Roseto degli Abruzzi e Roseto Valfortore sono tre località che si trovano in Calabria, in Abruzzo e in Puglia i cui abitanti si chiamano tutti rosetani. Come facciamo a sapere, quindi, di quale rosetano parliamo quando non abbiamo elementi che disambiguino? Chi scrive propone di eliminare rosetani per tutti i toponimi e (ri)denominare gli abitanti secondo l' "origine toponomastica" della località. Per quanto attiene a Roseto Capo Spúlico (CS) li chiameremmo "spúlicani", dal nome del promontorio che si trova nei pressi e che è stato aggiunto a quello di Roseto. "Rosburghesi" i cittadini di Roseto degli Abruzzi (TE). La ridente cittadina adriatica prima era denominata Rosburgo ("borgo delle rose"). Infine chiameremmo "valfortorani" i cittadini di Roseto Valfortore (FG). Fortore è un fiume che scorre nei pressi  e "bagna" le province di Benevento, Campobasso e Foggia. Chi sa che chi di dovere ─ come usa dire ─ non prenda in considerazione la proposta?
***
Due cittadine italiane hanno il medesimo nome: Gallicano. Una si trova in provincia di Lucca e una in provincia di Roma, quest'ultima con l'aggiunta "nel Lazio". L'abitante di ambe (sic!) le località si chiama "gallicanese". Come si fa, per tanto, senza un contesto,  a sapere di quale gallicanese si parla? La nostra "provocazione", indirizzata agli 'addetti  alla coniazione dei demotici', è di lasciare "gallicanese" per l'abitante della cittadina della Garfagnana e di (ri)denominare "pedense" quello della cittadina laziale. Perché "pedense"? Perché anticamente  la località in oggetto si chiamava con il nome latino di Pedum (Pedo)* in quanto la sua conformazione assomiglia alla pianta del piede. Perché Pedum è stato cambiato in Gallicano? Ce lo svela Wikipedia:
Secondo una leggenda di origine popolare storicamente infondata (il toponimo è citato già nell'alto medioevo, quando la famiglia Rospigliosi non esisteva ancora), il nome del comune (Gallicano) deriverebbe dal fatto che una notte, coperti dal silenzio e dall'oscurità, un gruppo di soldati, al servizio della famiglia Rospigliosi, tentò di attaccare la piccola cittadina, che in quel momento era assorta in un profondo sonno, ma fu a quel punto che un cane iniziò ad abbaiare contro gli invasori e ad esso fece eco un gallo che con il suo acuto canto risvegliò dal sonno la popolazione che dopo alcuni momenti di smarrimento prese in mano lance e spade respingendo l'invasore nemico. Da allora la cittadina, per rendere omaggio a coloro che avevano, senza volerlo, salvato la cittadina dall'occupazione, prese il nome, con cui la si conosce ancora oggi, di Gallicano (gallo e cane, ndr).
Fausto Raso
 

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