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Nel regno delle Magiche Mani

C’era una volta, in uno stupendo castello del lontano regno delle Magiche Mani, un gruppo di scrittori molto apprezzati. Tra loro c’erano due amici inseparabili, Marco e Serafino, i quali avevano deciso di scrivere un libro insieme. Una volta finito e stampato vollero comunicarlo al mondo intero: “Quest’opera è stata scritta a quattro mani!”
Nel piccolo regno, però, c’era un folletto, Censorino, noto a tutti per la sua ironia tagliente. Quando sentì l’annuncio di Marco e Serafino, non poté trattenere una fragorosa risata: “A quattro mani? Ma se siete solo in due! Avete forse quattro mani ciascuno?” esclamò, ridacchiando.
 
I due, un po’ confusi, risposero: “Beh, è solo un modo di dire. Significa che abbiamo lavorato insieme.”
 
Censorino, con un sorriso malizioso, decise di fare uno scherzo ai due inseparabili amici. La notte seguente, mentre Marco e Serafino dormivano, il folletto ricorse alla sua magia per far comparire altre due mani su ciascuno di loro. Quando i due si svegliarono rimasero sbalorditi nel vedere i loro nuovi arti.
 
“Perdiana, che cosa è successo?!”, gridò Marco, agitando le sue quattro mani.
 
“Non lo so, ma sembra che ora possiamo davvero scrivere a quattro mani!” rispose Serafino, non celando una certa emozione e meraviglia.
 
I due scrittori decisero, quindi, di sfruttare la situazione e cominciarono a scrivere un altro libro anche con le nuove mani. Presto, però, si resero conto che avere quattro mani non era così vantaggioso come sembrava. Gli arti aggiunti si muovevano autonomamente tracciando sul foglio una teoria di parole illeggibili .
 
Disperati, i due amici andarono a cercare Censorino, immaginando essere lui il responsabile dell’aggiunta delle mani, per chiedergli di togliere l’incantesimo. Quando lo trovarono il folletto li accolse con un sorriso divertito. “Allora, come va la scrittura a quattro mani?” chiese, trattenendo a stento le risate.
 
“Per cortesia, amico Censorino, toglici queste mani ingombranti! Non riusciamo a scrivere nulla di sensato!”, lo supplicarono i due amici.
 
Il folletto, vedendo che avevano imparato la lezione, decise di aiutarli. Con un tocco di magia le mani aggiunte scomparvero di colpo e Marco e Serafino tornarono persone normali. “Ricordatevi,” li ammonì Censorino, “che l’espressione corretta è ‘scrivere a due mani’ quando gli autori sono due; a ‘quattro mani’ si dice di due persone che suonano sullo stesso pianoforte. Non importa quante mani avete, ma come usate quelle che avete.”
 
Da quel giorno, i due amici proseguirono il loro sodalizio letterario scrivendo altri libri e ogni volta che qualcuno chiedeva loro delle nuove pubblicazioni rispondevano, con un sorriso: “Quest’opera è stata scritta a due mani ma anche con… due cuori.”
 

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