Scritto da © Fausto Raso - Mar, 16/06/2015 - 20:35
Dalla grammatica del TRECCANI in rete:
IRRUENTE O IRRUENTO?
Entrambe le forme possono considerarsi corrette.
• Irruente rimane più vicina all’etimo latino irruentem (participio presente del verbo latino irrùere ‘correre verso’) ed è assimilata ad altri participi presenti usati con valore di aggettivo, come corrente, dirompente, vincente
La gioia della folla gli esplose in faccia, irruente (A. Moravia, Il conformista)
• La forma irruento (femminile irruenta), altrettanto diffusa nell’italiano contemporaneo, è modellata sulle desinenze più comuni degli aggettivi italiani: -o per il maschile e -a per il femminile. Mancando in italiano il verbo da cui originariamente deriva, la funzione d’uso (aggettivo) ha prevalso su quella etimologica di participio presente
Un carattere energico e irruento (S. Vitale, La casa di ghiaccio).
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Ancora una volta dobbiamo dissentire - e ci dispiace - su ciò che scrive il portale del Treccani. La forma "irruento" non è corretta al pari di irruente che, in buona lingua italiana, è la sola grafia corretta. Lo stesso DOP, Dizionario di Ortografia e di Pronunzia, marca il lemma irruento come "meno bene". E in "Sapere.it" (De Agostini) nella nota d'uso si può leggere: «Nel dubbio se si debba scrivere irruente o *irruento, può essere di aiuto ricordare che la parola deriva dal latino irruente(m), che finisce con una -e. La forma irruento è piuttosto diffusa ma scorretta». E per finire vediamo ciò che dice, in proposito, il linguista Aldo Gabrielli:
IRRUENTE
IRRUENTE O IRRUENTO?
Entrambe le forme possono considerarsi corrette.
• Irruente rimane più vicina all’etimo latino irruentem (participio presente del verbo latino irrùere ‘correre verso’) ed è assimilata ad altri participi presenti usati con valore di aggettivo, come corrente, dirompente, vincente
La gioia della folla gli esplose in faccia, irruente (A. Moravia, Il conformista)
• La forma irruento (femminile irruenta), altrettanto diffusa nell’italiano contemporaneo, è modellata sulle desinenze più comuni degli aggettivi italiani: -o per il maschile e -a per il femminile. Mancando in italiano il verbo da cui originariamente deriva, la funzione d’uso (aggettivo) ha prevalso su quella etimologica di participio presente
Un carattere energico e irruento (S. Vitale, La casa di ghiaccio).
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Ancora una volta dobbiamo dissentire - e ci dispiace - su ciò che scrive il portale del Treccani. La forma "irruento" non è corretta al pari di irruente che, in buona lingua italiana, è la sola grafia corretta. Lo stesso DOP, Dizionario di Ortografia e di Pronunzia, marca il lemma irruento come "meno bene". E in "Sapere.it" (De Agostini) nella nota d'uso si può leggere: «Nel dubbio se si debba scrivere irruente o *irruento, può essere di aiuto ricordare che la parola deriva dal latino irruente(m), che finisce con una -e. La forma irruento è piuttosto diffusa ma scorretta». E per finire vediamo ciò che dice, in proposito, il linguista Aldo Gabrielli:
IRRUENTE
Si dice “una folla irruenta” o “una folla irruente”? “Parlava con tono irruento” o “con tono irruente”? Si dice folla irruente, tono irruente, per la semplice ragione che un maschile singolare “irruento” e un femminile “irruenta”, coi rispettivi plurali “irruenti” e “irruente”, nella lingua italiana non esistono. Esiste solo la forma irruente, unica per il maschile e il femminile, e di conseguenza un solo plurale, irruenti. Volete una spiegazione più convincente? Eccola: irruente è un aggettivo modellato sul latino irruentem, caso accusativo del participio presente del verbo irrùere, correre contro, irrompere.
Nota bene: nell’etimologia latina di nomi e aggettivi quasi sempre dobbiamo risalire al caso accusativo: per chi conosca un po’ di analisi logica, è il caso del complemento oggetto. Esempio: vedente deriva da videntem, participio presente accusativo di video; amante viene da amantem, participio presente accusativo di amo eccetera.
Tornando a irruente, in italiano segue la forma di qualsiasi participio presente della seconda coniugazione come ad esempio, corrente, vincente, che nessuno penserebbe mai di mutare in “corrento”, “vincento”.
Fausto Raso
Nota bene: nell’etimologia latina di nomi e aggettivi quasi sempre dobbiamo risalire al caso accusativo: per chi conosca un po’ di analisi logica, è il caso del complemento oggetto. Esempio: vedente deriva da videntem, participio presente accusativo di video; amante viene da amantem, participio presente accusativo di amo eccetera.
Tornando a irruente, in italiano segue la forma di qualsiasi participio presente della seconda coniugazione come ad esempio, corrente, vincente, che nessuno penserebbe mai di mutare in “corrento”, “vincento”.
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