Scritto da © Fausto Raso - Lun, 24/09/2012 - 18:16
La nostra bella lingua è ricchissima di parole “sorprendenti” in quanto nel corso dei secoli hanno cambiato il significato originario assumendo – talvolta – l’accezione opposta. Immaginereste, per esempio, che i verbi “assiderare”, “desiderare”,“considerare” abbiano che vedere con le stelle? E avreste mai immaginato – cortesi lettori – che stando all’etimologia un uomo è assiderato, cioè intirizzito per il freddo, per colpa delle stelle? Sí, proprio cosí! Se analizziamo i tre verbi, infatti, notiamo che derivano dal sostantivo plurale latino “sidera”,che significa “stelle”,“astri”. Secondo i nostri antenati Latini, colui che di notte stava all’aperto (oggi diremmo “all’addiaccio”) rischiava di rimanere“assiderato”, cioè indurito dal freddo provocato dalle stelle. Assiderare, quindi, ha acquisito l’accezione di “agghiacciare” per freddo perché, secondo la credulità degli antichi, colui che veniva “assiderato” era colpito dal cattivo influsso delle stelle, degli astri.
Sempre secondo i Latini, la persona che contemplava le stelle per trarne auspici (oggi diremmo l’astrologo) o per studiarne seriamente la posizione e il movimento, “considerava”, cioè meditava con le stelle. Considerare, infatti, è il latino “cum” (con, insieme) e “siderare” (da “sidus”, astro, costellazione). Con il trascorrere del tempo “considerare”, cioè “meditare con le stelle”, ha assunto, per estensione, l’accezione odierna: notare, osservare, esaminare, giudicare, valutare e simili.
Colui, infine, che attendeva con ansia l’apparire tra le nuvole delle stelle “desiderava”, vale a dire traeva dalle stelle la speranza che tornasse il bel tempo. A proposito di questo verbo occorre dire, però, che pur provenendo dalle stelle presenta due interpretazioni circa la sua“composizione”. Alcuni sostengono che sia il latino “desiderare”, formato con la particella intensiva “de” e “siderare”, che ha il senso di “fissare attentamente le stelle”; altri ritengono, invece, il “de” un prefisso di “allontanamento”: "togliere (allontanare) lo sguardo dalle stelle” (per mancanza di àuguri) e quindi, per traslato, “mancare di cosa o persona bramata” e, per l’appunto… desiderarla.
Restando in tema di stelle, poiché si è sempre creduto che gli astri influissero sulla vita e sulla salute di una persona, il termine latino “sideratio” fu adottato dai medici per esprimere l’improvviso svenimento causato da certe malattie che sembrano colpire gli organi con la celerità di un lampo o di un fulmine come, per esempio, l’apoplessia. Oggi, è chiaro, nessuno crede più che il freddo sia causato dalle stelle o che da queste si possano trarre presagi come facevano gli antichi àuguri; tutti, però, continuiamo a usare i verbi derivati dal latino “sidera”, ignorando le credenze e le usanze dei nostri antenati Romani.
Sempre secondo i Latini, la persona che contemplava le stelle per trarne auspici (oggi diremmo l’astrologo) o per studiarne seriamente la posizione e il movimento, “considerava”, cioè meditava con le stelle. Considerare, infatti, è il latino “cum” (con, insieme) e “siderare” (da “sidus”, astro, costellazione). Con il trascorrere del tempo “considerare”, cioè “meditare con le stelle”, ha assunto, per estensione, l’accezione odierna: notare, osservare, esaminare, giudicare, valutare e simili.
Colui, infine, che attendeva con ansia l’apparire tra le nuvole delle stelle “desiderava”, vale a dire traeva dalle stelle la speranza che tornasse il bel tempo. A proposito di questo verbo occorre dire, però, che pur provenendo dalle stelle presenta due interpretazioni circa la sua“composizione”. Alcuni sostengono che sia il latino “desiderare”, formato con la particella intensiva “de” e “siderare”, che ha il senso di “fissare attentamente le stelle”; altri ritengono, invece, il “de” un prefisso di “allontanamento”: "togliere (allontanare) lo sguardo dalle stelle” (per mancanza di àuguri) e quindi, per traslato, “mancare di cosa o persona bramata” e, per l’appunto… desiderarla.
Restando in tema di stelle, poiché si è sempre creduto che gli astri influissero sulla vita e sulla salute di una persona, il termine latino “sideratio” fu adottato dai medici per esprimere l’improvviso svenimento causato da certe malattie che sembrano colpire gli organi con la celerità di un lampo o di un fulmine come, per esempio, l’apoplessia. Oggi, è chiaro, nessuno crede più che il freddo sia causato dalle stelle o che da queste si possano trarre presagi come facevano gli antichi àuguri; tutti, però, continuiamo a usare i verbi derivati dal latino “sidera”, ignorando le credenze e le usanze dei nostri antenati Romani.
Fausto Raso
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