Scritto da © Fausto Raso - Sab, 09/04/2016 - 19:12
I vocaboli, ossia le parole che pronunciamo quando esprimiamo un nostro pensiero hanno un "sesso"? Sembra proprio di sí, e ce lo confermano gli articoli che anteponiamo loro: il, lo, la, gli, le, uno, una. Oggi, però, la distinzione tra i "sessi", vale a dire tra i nomi maschili e femminili, è sentita solamente se questa (la distinzione) risponde a una realtà puramente fisiologica: cane e alunno li "sentiamo" maschili; cagna e alunna, naturalmente, femminili. Se, però, diciamo - per esempio - arancio e arancia, pesco e pesca non pensiamo minimamente al "sesso" pur classificandoli, ovviamente, tra i sostantivi maschili e femminili. Come è nata, allora, la distinzione di "sesso" tra i vocaboli? Quando la parola è nata il genere, vale a dire il sesso, corrispondeva, con molta probabilità, alla distinzione di "sesso biologico" degli esseri rappresentati dalla parola stessa; per questo motivo nelle lingue antiche - quelle classiche in particolare - esistevano tre generi: il maschile per le persone e gli animali di sesso maschile, appunto, il femminile per l'altra categoria e il genere neutro riservato al "sesso" delle cose (neutro viene dal latino "neuter", né l'uno né l'altro: le cose, infatti, non hanno sesso). Con il trascorrere del tempo il genere neutro, per il suo carattere... neutrale, ossia indefinito, scomparve nella quasi totalità degli idiomi moderni e i vocaboli acquisirono - senza alcuna regola predefinita - le terminazioni, cioè le desinenze maschili o femminili, assumendo il tal modo un genere grammaticale che non avevano mai avuto e che sotto il profilo, diciamo, fisiologico tuttora non hanno. Il "sesso grammaticale", dunque, è una convenzione che non ha nulla che vedere con il "sesso fisiologico", a eccezione, ovviamente, degli esseri animati. Che la distinzione tra i "sessi grammaticali" sia del tutto irrazionale lo dimostra l' "analisi" di alcune parole che cambiano di genere nelle varie lingue. Il dente, per esempio, è maschile in italiano e femminile in francese; l'arte è femminile in italiano e maschile in francese; il mare è femminile in francese, maschile in italiano e neutro in tedesco. Questo in linea generale. Se prendiamo in esame altri vocaboli, come recluta, guardia, sentinella e soprano - tanto per fare alcuni esempi - notiamo, infatti, che i primi tre sono di "sesso" femminile pur riferendosi a un uomo; mentre il soprano, maschile, si riferisce a una donna. Il genere o "sesso" dei vocaboli - in linea di massima - è una convenzione fatta dai linguisti e che trova le sue "radici" nella storia della parola stessa.
Fausto Raso
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