«Seduzioni linguistiche» | Lingua italiana | Fausto Raso | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

To prevent automated spam submissions leave this field empty.

Commenti

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Nuovi Autori

  • laprincipessascalza
  • Peppo
  • davide marchese
  • Pio Veforte
  • Gloria Fiorani

«Seduzioni linguistiche»

Sedurre significa, propriamente,  "condurre a sé", quindi piegare una persona ai propri desideri.  I vocabolari lo attestano anche con il significato di "avvincere", "piacere", "attrarre", "commuovere", "dilettare" e simili: quel film mi ha proprio sedotto. Un film come può sedurre una persona? Come può piegarla ai propri voleri? Gli amanti della buona lingua usino il predetto verbo, quindi, solo nel significato proprio.
 
Non crediamo di peccare di presunzione se affermiamo che la stragrande maggioranza (tutti?) dei nostri lettori non ha mai sentito parlare dei "verbi famulatori" in quanto l'argomento è snobbato dai sacri testi grammaticali, quelli in nostro possesso, per lo meno. Sono cosí chiamati, dunque, i verbi servili o modali (volere, dovere, potere). Famulatorio è un aggettivo deverbale, non attestato in alcuni vocabolari, e vale "servizievole", "servile" e simili. Viene dal latino "famulatorius", da "famulatus", participio passato di "famulari" (essere disponibile, servizievole). I verbi dovere, volere e potere, dunque, sono famulatori perché sempre "servizievoli" nei confronti degli altri verbi.
 
Siamo rimasti "paralizzati" nel vedere che molti "scrittori" pluralizzano il sostantivo "paracadute" in "paracaduti". Il termine in oggetto è un nome composto di una voce verbale (parare) e un sostantivo femminile plurale (cadute) e i vocaboli cosí composti nella formazione del plurale mutano soltanto l'articolo: il paracadute, i paracadute.
 
I vocabolari dell'uso non attestano "ripugnevole" ma "ripugnante".  A nostro modo di vedere, invece, sarebbe da registrare perché è formato con il suffisso "-evole". Da biasimare abbiamo biasimevole, da bisognare bisognevole ecc.; perché da ripugnare non dovremmo avere ripugnevole? Ripugnevole si trova, comunque, in alcune pubblicazioni.
 
Il verbo rimarcare, dal "sapore" francesizzante (è tratto, infatti, dal francese remarquer), significa "marcare di nuovo". Non ci sembra corretto usarlo con il significato di "osservare", "notare", "considerare", "rilevare" e simili: Giuseppe gli ha fatto rimarcare il suo comportamento indecoroso. I vocabolari, però...  Ma tant'è.
 
Fausto Raso

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 2 utenti e 3350 visitatori collegati.

Utenti on-line

  • Laura Lapietra
  • Bowil