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A Tommaso, che ha concluso la scuola materna

La fresca gentilezza del tuo sorriso
accarezza gli sguardi incantati
e la grazia dei tuoi gesti è melodia
che addolcisce lo spazio che ti circonda.
Sei puro come un fiocco di neve
che sta per toccare terra, e vibrante
come violini tzigani agli sposalizi.
Sei incontaminata isola d'innocenza 
in mezzo alle acque tormentate 
dall'insulso furore di chi si dice adulto.
Soffro al pensare che la tua amabilità di sentimenti
possa essere violentata dall'incalzare degli eventi,
aggredita dagli atteggiamenti ingannevoli di un mondo
che si esprime con squallidi atti vestiti a festa,
frustrata dall’invasiva sete di sopraffazione
che anima i gesti più futili dei singoli individui.
 
So che non v'è rifugio, né riparo, né asilo
che possa essere scudo insuperabile alla bile
che monta costante dalle viscere dell’umanità.
Ma noi, che ti amiamo,
ci armeremo di occhi vigili, di orecchie attente,
persino di braccia potenti, per donarti una serena transizione 
dall’attuale candore fin alla soglia del peccato originale,
che non è quello con cui si nasce,
bensì quello che incontriamo, inevitabilmente,
a toglierci ogni traccia d'innocenza e soavità,
durante il nostro cammino verso il nulla senza respiro.
 
Di più non potremo fare.
Starà a te, e solo a te,
non oltrepassare quella sinistra soglia.
 

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