Scritto da © Ezio Falcomer - Gio, 01/09/2016 - 02:44
Non sembra, ma sotto l'ubertosa e frondosa foresta tropicale di colori apparentemente vegani, nella calma argentea di un raffinato vassoio d’alluminio Kuki da forno, giaceva un tacchino, morto. Sotto peperoni, pomodori, limoni, relative scorze, ginepro, maggiorana, papavero, coriandolo, prezzemolo, cipolla, aglio, e chissà quali altre frattaglie di ussari e cosacchi. Lo facevo, dicendomi: "Non sono stato Mai a Kovskij, cittadina sulle alture nei pressi di Gorkij. Vi avrei dovuto incontrare Spasskij e Bulgakov (o Spasskij e Hutch? Ora non ricordo bene). Ma un improvviso vento dalla taiga aveva bloccato per due giorni le nostre slitte ad Arkangelsk.
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