Scritto da © Ezio Falcomer - Dom, 04/09/2016 - 05:27
L'età Cortese... Alla Corte Cortese di Cortès, veniva servito un Cortese con ghiaccio. C'era pure Corto Maltese e proiettavano un Corto di sei ore, di Kieslowski. I giorni erano foschi, Montezuma era di Corte vedute, politicamente parlando. Corto era anche il modo di giocare delle squadre di calcio. Tanto pressing, tanto forcing, fuori gioco sulla trequarti, discese sulle fasce e fulminee ripartenze, probabilmente in direzione di Yuma, che Montezuma non aveva mai veduto, pur abitandoci a uno sputo. Corte erano le ore con Cortès. Cortès, che tipo bizzarro! Come suo cugino Pizarro, da non confondersi coll’imbianchino Pissarro, che pissava pissava come un ramarro. Corto era il pomeriggio e Azzurro; il pomeriggio era troppo Azzurro, e lungo, per me. Quasi quasi prendevo il treno, il treno dei miei pensieri, dei desideri, che all'incontrario va (da Yuma a qua). Anche alle Azzorre era così. Che palle! "’Azz!", esclamavo. “'Sto Azzurro, ‘Azz...!, ‘Azz...!, Azteco, Corto ( era Corto l'Azzurro, in un lungo pomeriggio. Paradossi del Centro-Sudamerica Ahi, Sudamerica, Sudamerica, Sudamerica!) e Bizzarro, Maltese, senza neanche uno Scotch Doppio Malto, Zio Tolteco! Porco di quel Maya!” Non c'erano i Bourbon sul trono, Madonna rotaia! Dominavano gli Asburgo. Non c'era neanche un chirurgo. Mancava pure il Demiurgo, il Deus ex Machina. Anche il Mexico era più Corto del Messsico di adesss. In fondo era tutto uno stresss stare alla Corte, alla Corte con Montezuma e Cortèsss.
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