Scritto da © Ezio Falcomer - Mer, 31/01/2018 - 18:28
Dell'affannoso sentire
io so l'onda e il bordo.
Del fiore d'amore io so
il tormento, l'apice e il lento appassire.
Del male dell'anima
io so la verminaia, il cruento
sale di tortura, la disperazione
vissuta con religiosa devozione.
Non termina mai l'andare;
il rumore, nel viottolo,
di sandali consumati.
Ho questa metafora, nella sera,
come un singhiozzo, come una
paglia d'argento nel cobalto oscuro:
“Sono nelle Tue mani.
La Tua follia mi sostiene.
La Tua psicosi nutre la mia fede.
La Tua debolezza intride la mia forza".
io so l'onda e il bordo.
Del fiore d'amore io so
il tormento, l'apice e il lento appassire.
Del male dell'anima
io so la verminaia, il cruento
sale di tortura, la disperazione
vissuta con religiosa devozione.
Non termina mai l'andare;
il rumore, nel viottolo,
di sandali consumati.
Ho questa metafora, nella sera,
come un singhiozzo, come una
paglia d'argento nel cobalto oscuro:
“Sono nelle Tue mani.
La Tua follia mi sostiene.
La Tua psicosi nutre la mia fede.
La Tua debolezza intride la mia forza".
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