Scritto da © Ezio Falcomer - Sab, 12/03/2016 - 07:02
Vorrei scrivere una poesia
dove calcare molto la dose.
E parlare delle puttane dei miei sogni,
delle perenni nevi tibetane,
del Nagual e del Tonal,
dell'archeopteryx.
E spifferare qualcosa sulla mia follia.
Dire delle urla da stadio,
della stoica sopportazione,
dei corridoi dell'Inps,
della realtà messicana
che popola il mio inconscio.
E vomitare parole, stilemi,
metonimie, sineddochi,
ipotiposi.
dove calcare molto la dose.
E parlare delle puttane dei miei sogni,
delle perenni nevi tibetane,
del Nagual e del Tonal,
dell'archeopteryx.
E spifferare qualcosa sulla mia follia.
Dire delle urla da stadio,
della stoica sopportazione,
dei corridoi dell'Inps,
della realtà messicana
che popola il mio inconscio.
E vomitare parole, stilemi,
metonimie, sineddochi,
ipotiposi.
Come una psicosi,
adornare, con ossessione bizantina,
il Nulla,
un banalissimo pomeriggio di necrosi.
Spiegare come faccio a connettere
fede e pornomania,
licantropia e incontinenza,
eros agape e filia,
sublimazione della libido,
tramonto della libido,
cazzeggio con gli amici in chat.
Costruire,
secondo i canoni della decostruzione.
Un messaggio alla Nazione, ecco!
L'eco del Niente.
Fantasmi e spasmi di allitterazione.
Mostrare il lato surreale,
o iperreale,
della mia guarigione.
adornare, con ossessione bizantina,
il Nulla,
un banalissimo pomeriggio di necrosi.
Spiegare come faccio a connettere
fede e pornomania,
licantropia e incontinenza,
eros agape e filia,
sublimazione della libido,
tramonto della libido,
cazzeggio con gli amici in chat.
Costruire,
secondo i canoni della decostruzione.
Un messaggio alla Nazione, ecco!
L'eco del Niente.
Fantasmi e spasmi di allitterazione.
Mostrare il lato surreale,
o iperreale,
della mia guarigione.
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- Blog di Ezio Falcomer
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