Scritto da © Ezio Falcomer - Gio, 22/09/2016 - 06:35
<< Un monaco chiese: «Gli uomini si agitano e non comprendono cosa li agiti. È a causa del flusso della mente, vero?»
Joshu disse: «È così».
«Ma come uscire se si è nel flusso?»
Joshu disse: «Affondando». >>
(da http://www.gianobifronte.it/…/2l_pensi…/5_zen/koan_e_zen.pdf, 17-06-2016, h00:05)
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Joshu disse: «È così».
«Ma come uscire se si è nel flusso?»
Joshu disse: «Affondando». >>
(da http://www.gianobifronte.it/…/2l_pensi…/5_zen/koan_e_zen.pdf, 17-06-2016, h00:05)
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In zazen, affondi del tutto. Non cerchi di non pensare; pensi, ma non trattieni i pensieri, li lasci andare, lasci andare “il flusso della mente” Ti abbandoni. Non si esce dal flusso, vi si “affonda”. E' un koan, un paradosso tipico dello zen. Non si esce dalla realtà. La realtà è la via del Buddha. Non si scappa dalla realtà. Nel samsara (la sofferenza, nascita-e-morte) si trova il nirvana. Il nirvana non è separato dal samsara. Ci si libera dalla sofferenza aderendo totalmente alla vita così com'è. Il nirvana (liberazione dalla sofferenza) sta al centro della sofferenza stessa (samsara). Non sta in qualche altro luogo lontano, trascendente. Il nirvana sta sotto il nostro naso e sotto i nostri piedi, ogni istante della nostra vita. Ogni istante della nostra vita, bello o brutto, è il Buddha. Zazen, il Buddha vivente, è sempre e solo questo-preciso-istante.
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