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In classe con Luigino

di Ernesto Rivabene
 
C’era una volta un bambino di nome Luigino che stava sempre con la testa tra le nuvole e il cuscino!   
Tutte le mattine la mamma si sgolava per farlo alzare dal letto:” Luigino, Luigino, alzati che è mattino, la scuola ti aspetta e la mamma va di fretta! Devi lavarti, fare colazione..! “.
Luigino poggiava il piedino sul tappeto più vicino, ma il suo sguardo era altrove..I sogni ancora affollavano la sua immaginazione e quando arrivava al bagno, era accompagnato da un ragno, che attraverso la sua tela lo conduceva al rubinetto, poi si toccava il viso,si bagnava  gli occhi, le orecchie e faceva un sorriso; ma la sua mente vagava ancora!
Ancora trasognante, insieme ad un fante, scendeva le scale, come un sonnambulo pensante e s’incamminava  verso il tavolo della cucina  ancora in mutande!
Non sapeva s’era giorno o s’era ancora notte, era come un vino dentro la botte e i suoi sogni stavano davanti ai suoi occhi come se davvero abitasse nel Paese dei Balocchi!
“Luigino, Luigino, è ora di svegliarti! Devi andare a scuola: è mattino!-ripeteva senza esito la mamma preoccupata.”Vai in giro per casa senza pigiamino è mangi i biscotti nel latte senza cucchiaino, ma dove hai la testa.. ancora sul cuscino?!! ”
Luigino continuava a girare per casa, con la mamma che lo inseguiva per vestirlo e imboccarlo, quando d’improvviso..TUNK!!
“Ohi, Ohi”. Accennò Luigino che sbattendo la testa nell’anta della finestra, come per incanto si desta..
”Che botta maldestra, ma dove avevo la testa?!..” Poi guardando l’orologio..” Uh! è davvero tardi, mi aspetta la maestra, presto mamma, ancora siamo qui dovremmo essere in viaggio per la scuola..”
“Che pazienza che ci vuole con questo bambino..”  Ripeteva sull’aiuola la mamma di Luigino!
“Se ancora siamo in casa non è certo per diletto, caro il mio pargoletto, ma si da’ il caso che tu soffra di una malattia dei sogni che ti fa dimenticare anche dei tuoi più impellenti bisogni..!!”
Partirono in macchina di corsa e Luigino, nel divano posteriore, aprì la sua borsa e senza trucco e senza inganno, si trovò in compagnia di un guerriero alemanno!
“ E che ci fai tu qua, soldato? Chi ti ha mandato?!” domandò sorpreso il bambino.
“Chiedilo alla tua mente..prova ad usare la memoria..oggi hai l’interrogazione di storia!”
“ E’ vero!!” pensò di riflesso il ragazzo..”Devo preparare un breve ripasso!”
E con la sua mente vagò con Barbarossa e ai suoi destrieri, ai Normanni e agli alabardieri..
Rumori di zoccoli e di spade..ma di colpo cosa accade?
“Luigino, ancora con le tue fantasie?”  la mamma a Luigino, disperata: “ Dai scendi siamo arrivati..uffa..è già tardi..stavolta non ci saranno tante cortesie..”
“Signora  son già due minuti che la campana squilla! Il suo bambino dorme troppo, forse gli dà troppa camomilla!”
“Mi dispiace ha ragione, ma Luigino e come se fosse sempre dentro ad un film in televisione!”
 “Stavolta lo faccio entrare senza nessuna punizione..”  disse la maestra un po’ seccata “ Ma la prossima volta lo porterò dritto in direzione!”
Poi dopo l’appello la maestra prese in mano una penna e un pennello ed esortò i bambini a rappresentare le Crociate, o con un dipinto o con le rime baciate.
Luigino, come d’incanto cinse la sua testa d’allori e riprese il volo con la sua mente.. in un baleno, prese penne e colori.
Con gli eroi dei suoi sogni occupò il foglio e, con il giallo, disegnò  un pappagallo che narrava la storia del re Saraceno che perse la gloria, del guerriero tedesco che armeggiava in modo burlesco.
Del re Cuor di leone che cacciava il pavone, di tutti i briganti salpati coi santi, a liberare Gerusalemme e a guadagnar fortuna e soldi.. tanti! 
Seguendo una via inventata visitò paesi e una città incantata, dai colori vivaci e con torri , mulini e prigioni, e delle case e le stazioni che incontrava lungo il viaggio accompagnato dal suo paggio!
“DRIIIIIIIIIIIIIIN” squilla la campana..”Luigino, ci sei? Hai terminato?” –si rivolse la maestra al bimbo stralunato.. Ma quanto hai scritto! E quanto hai disegnato..!!”
Si meravigliò e intanto prese i fogli protocollo che gli arrivarono fin sotto il collo..e tra sé e sé pensò ” Come farò a correggerli in un sol giorno ..è praticamente un romanzo..ahimè lo farò domani mentre pranzo..
Luigino, stavolta desto, vide trasalire la maestra e pensò: Mi sa che faccio tardi per la ricreazione se lei rimane con i fogli in mano..quindi disse:”Posso andare nel cortile?”
“Perdonami , certo Luigino.. ma cerca di stare sulla terra, i tuoi compagni sono qui non in Inghilterra!”
L’avesse mai detto!
Tra le scale, tra l’un e l’altro gradino, si trastullò con una scodella della mensa sulla testa, e col suono delle trombe e con la lancia (la scopa della bidella!) in resta, imitò re Artù fino al giardino! 
Quando i compagni lo videro arrivare così conciato, lo guardarono prima stupefatti, poi rassegnati..ma erano abituati a vederlo sfasato, e quindi lo assecondavano divenendo Vassalli o Valvassori, damine o principesse, ma anche briganti o professori..
Con Luigino che inventava storie la noia non era mai di casa.. ognuno i suoi sogni alimentava insieme alle sue stravaganze: in pratica con Luigino era meglio di quando si partiva per le vacanze!
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