Scritto da © erremmeccì - Lun, 10/06/2013 - 14:08
Un che di antico
e di tragico,
di triste
di beffardo
avvince la mia terra,
le valli seminate di rovine
splendide,
i picchi di montagne
fitte ancora di selve
o coronate di tetti.
Rode
un atavico tormento
il cuore della mia terra
orgoglio millenario
e mescolanza
di stirpi remote
intridono i suoi sassi
persino
e la polvere dei sentieri
perduti fra cespugli
d’erbe odorose.
Una grazia gentile fiorisce
fra le radici d’aride piante
abbracciate ai pendii
e fra le barche in secca
sulla riva,
negli occhi
di ruvido buio
della gente.
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