Scritto da © erremmeccì - Sab, 14/06/2014 - 14:29
Passeggiavo, qualche sera fa, sul lungomare...e pensavo.
Mi guardavo intorno: assaporavo il momento. La vita.
Automobili, balconi fioriti, ragazzi che correvano, in pantaloncini; cani- come il mio- al guinzaglio, rumore di onde: tutto sembrava essere nuovo, come se lo stessi vedendo per la prima volta. Il cielo, soprattutto il cielo...ho avuto la sensazione di una vastità immensa. Non di vuoto, no: il cielo mi era amico, amiche le nuvole, raggruppate in alto, come un gregge mansueto.
Le montagne della Calabria, al di là dello Stretto, commoventi per quanto erano belle, disseminate di paesi, rosa nel sole che calava.
Le creste di spuma al largo, i traghetti...
Com'è bello il mondo- ho pensato. Meraviglia, la trasparenza dell'acqua sui grossi sassi della riva (chissà se è la stessa acqua che bagnava i piccoli piedi della me stessa di tanti anni fa, la bambina sfumante in un orizzonte lontano...).
Momento prezioso, ieri sera, sul finire di un giorno come tanti.
L'ho conservato, avvolto nella più impalpabile delle carte veline: nello scrigno di poche, autentiche parole.
Mi guardavo intorno: assaporavo il momento. La vita.
Automobili, balconi fioriti, ragazzi che correvano, in pantaloncini; cani- come il mio- al guinzaglio, rumore di onde: tutto sembrava essere nuovo, come se lo stessi vedendo per la prima volta. Il cielo, soprattutto il cielo...ho avuto la sensazione di una vastità immensa. Non di vuoto, no: il cielo mi era amico, amiche le nuvole, raggruppate in alto, come un gregge mansueto.
Le montagne della Calabria, al di là dello Stretto, commoventi per quanto erano belle, disseminate di paesi, rosa nel sole che calava.
Le creste di spuma al largo, i traghetti...
Com'è bello il mondo- ho pensato. Meraviglia, la trasparenza dell'acqua sui grossi sassi della riva (chissà se è la stessa acqua che bagnava i piccoli piedi della me stessa di tanti anni fa, la bambina sfumante in un orizzonte lontano...).
Momento prezioso, ieri sera, sul finire di un giorno come tanti.
L'ho conservato, avvolto nella più impalpabile delle carte veline: nello scrigno di poche, autentiche parole.
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