Scritto da © erremmeccì - Sab, 08/12/2012 - 15:44
Mercedes aveva vent’anni,
occhi verdi brillanti
e contestava i padri,
alzava il pugno
chiuso nei cortei
e ,la notte,dormiva
in un letto non suo
con…Luca?...Nicola?
(come brandelli inafferrabili
di sogni sono spesso
i ricordi) nella vecchia casa
con la vasca dei pesci
rossi in giardino.
So di certo che amava
De Andrè
e Baudelaire
e che,talvolta,piangeva.
Di anni ne aveva cinquanta
Maria .
A cose fatte seppi
che s’era sposata
e il ricordo della sua gioia
contegnosa
e una bomboniera démodé
sono tutto ciò che
di lei mi è rimasto.
Parole soffiate,
un giorno
casualmente
all'orecchio ,
frasi
come neri necrologi :
non più
brillano - sai ? - gli occhi
di Mercedes
né la lucida fede nuziale
al dito di Maria.
E sciocco è domandarsi
( pensiero poco originale )
per chi
la campana
ha fatto udire
il suo triste rintocco. *
* Il riferimento è ai versi del poeta inglese del XVII secolo John Donne , che costituiscono la dedica del noto romanzo di Ernest Hemingway " Per chi suona la campana " :
La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce,
perché io sono parte dell’umanità.
E dunque non chiedere mai
per chi suona la campana:
essa suona per te.
perché io sono parte dell’umanità.
E dunque non chiedere mai
per chi suona la campana:
essa suona per te.
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