Scritto da © erremmeccì - Sab, 21/02/2015 - 21:39
Giù nel pozzo di certe giornate
d’inverno- di primavera, anche,
esalanti aromi appena nati- nel pozzo
che non ha fondo, perché non ha una fine
e, forse, neanche un verso,
nella buia segreta, turpe di muffe, dove striscia
il tempo e cerca invano uno scampo
orribile il pendolo s’allunga
s’accorcia, talora, e m’illude
sfiora il balenare dell’acciaio
la fragilità delle vene.
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