Scritto da © erremmeccì - Sab, 20/04/2013 - 14:39
Su in alto,
in quell’angolo del balcone
all’incrocio dei venti
e dei punti cardinali,
di fronte al mare
e alle montagne affacciate
all’orizzonte,
come ad ogni primavera,
il nido hanno fatto
i balestrucci
accompagnano
i loro strepiti
lo scroscio dell’acqua
sulla pelle
-nelle mattine graziate
da una luce nuova-
il pettine
che passa
assonnato fra i capelli.
Ancora un po’
e si schiuderanno
le uova
e i piccoli tenderanno
i becchi affamati
fuori dal bordo d’argilla
e d’erbe secche.
E’ vivo tuttora
-dolorosamente l’avverto-
il ricordo di quell’altro
nido,di quell’altra
primavera,
quando i corpi indifesi
sparsi sulle mattonelle,
calde del primo sole
di stagione,
il tuo gesto denunziarono
incongruo
disperato
mia povera ragazza
inutilmente arrabbiata
con il mondo.
Strano e crudele
quanta gioia
quanta tenerezza
a te avevano dato
quei pigolanti mucchietti
di piume e di vita...
Questo
più che l'immagine
dell’insensata strage
tuttora mi tormenta
senza rimedio.
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