Scritto da © taglioavvenuto - Gio, 23/12/2010 - 23:11
Nuovi linguaggi
In modo immediatamente comprensibile all'interno di una medesima cultura generazionale, sintetizzando l'argomento sviscerato nella sottostante intervista, (l’emozione) moltissimi giovani hanno descritto il fenomeno della stessa, non solo amorosa, anche derivante dall’ascolto di un concerto musicale o dalla visione di un personaggio dello spettacolo,
ovvero dalla lettura, visione ed immedesimazione in una storia virtuale, con due sintagmi nominali: pancia, cuore, uniti inscindibilmente dalla congiunzione copulativa positiva e, venendo così a determinare un'unica proposizione costituente nuovo linguaggio di gruppo.
Pancia e cuore. I due termini, come è evidente, richiamano sia il significato (il corpo, il sensibile, il recettivo) che il veicolante, in questo caso l’improvviso avvenire della trasmissione dai sensi corporei ad una forma mentale precostituita, sostituita nella stessa proposizione da un sintomo, un segnale emesso da un muscolo involontario: il battito del cuore
Voi cosa ne pensate di questa sintesi descrittiva? E’ significativa? Cosa sta a significare questo processo mentale di riversamento a suo modo deviato del pensiero nell’immediatezza del linguaggio? Cioè, la nostra mente utilizza scorciatoie? Perché? Con quali conseguenze? Quali le cause? Quali i motivi di una necessaria trasformazione, un ritorno del pensiero così come concepito nella mente, internamente, in esterno descrittivo, di cose, fenomeni? Quest’ultima, questa necessità, è un’indispensabilità indotta dalla comunicazione ad altri attraverso strumenti a sua volta elaborati dal cervello come espressione condivisa?
Voi cosa ne pensate di questa sintesi descrittiva? E’ significativa? Cosa sta a significare questo processo mentale di riversamento a suo modo deviato del pensiero nell’immediatezza del linguaggio? Cioè, la nostra mente utilizza scorciatoie? Perché? Con quali conseguenze? Quali le cause? Quali i motivi di una necessaria trasformazione, un ritorno del pensiero così come concepito nella mente, internamente, in esterno descrittivo, di cose, fenomeni? Quest’ultima, questa necessità, è un’indispensabilità indotta dalla comunicazione ad altri attraverso strumenti a sua volta elaborati dal cervello come espressione condivisa?
Ringrazio fin da ora per le vostre risposte, possibilmente date nello stesso ordine delle domande.
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