Scritto da © Eleonora Callegari - Mar, 21/11/2017 - 22:03
Sono il bruco Camillo
sono vispo ed arzillo
quando cammino
sembro un trenino
con le zampette
in riga perfette
sotto l'erbetta
ho la casetta
e sopra il gelso
vado lesto lesto
e chi ti trovo
un giorno sotto il rovo?
"Coccinella bella e vermiglia
perchè son umide le tue ciglia?"
"Ahimè, ahimè, bruco Camillo,
nel mio cuore c'è un grosso spillo"
"Mi viene un sospetto
è una pena d'amore che hai dentro il petto?"
"Oh! Sì io amo... Gelsomino
sai quel bel maggiolino...
Quando lui passa
io mi faccio tutta rossa
e lui, quasi mi pesta un piede
ma neanche mi vede!"
E piange la poveretta
non c'è che dire è proprio cotta.
"Suvvia asciuga la lacrimetta
chè di bellezza ti dò una ricetta:
la mattina di buonora
sù dal letto ed esci fora
presto, presto, uffo, uffo
dentro il fiore fai un bel tuffo
di rugiada ben bagnata
al primo sole sarai asciugata.
Ora via dentro la rosa!
Sarai fresca e odorosa
va e non disperare
chè di certo ti farai notare!"
Così una mattina alzatomi bel bello
trovai un invito dentro il cancello
Era di coccinella
sposa novella
e che festa di nozze in mezzo al bosco
era uno splendido pomeriggio d'agosto
la strada era tutta una ghirlanda di fiori
allegri e gai, di mille colori
e quante bontà in quel banchetto!
In mezzo a tutto un enorme piatto
Stracolmo di bacche, foglie, frutta
che in un baleno mangiai proprio tutta
e mentre tutti erano allegri e festosi
insieme gridammo "Evviva gli sposi!".
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