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Scritto da © Eleonora Callegari - Lun, 28/12/2015 - 21:43
Mi racconta il vecchio
sulla panca buia
sciorina la sua vita.
"Nacqui fanciullo acclamato
in una grande festa
piena di gente
e imparai a scialare,
presto fui ragazzo
la primavera nei capelli
albe tenui e tramonti violetti
i primi ardori sulla pelle.
E l'estate? Ah, quel sole!
Quanto vissi e quanto amai
tra le spighe coi papaveri rossi
e di notte, le stelle in faccia, al mare...
Mi svegliai un mattino nebbioso
come smosso da un lungo torpore
mi dissi possibile? sono quasi vecchio
ma vidi sotto i fumi
il bosco d'autunno infuocato
e fu ancora estate.
Venne il freddo
e mi sorpresi imbiancato
vedevo la fine imminente
negli occhi della gente
la mia vecchiaia era loro un fastidio
non ricordavano più
quel gennaio.
Ora li senti?
Festeggiano il nuovo fanciullo"
Sorride come di barca navigata.
"Ma io me ne vado tranquillo
lo conosco il suo destino,
brucerà la sua vita in un anno!
Ora, addio, io sono il passato
sono ciò che già sai
vai, vai dal fanciullo
si chiama Futuro
di lui non sai niente
puoi ancora sperare".
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