Scritto da © Eleonora Callegari - Sab, 03/10/2015 - 22:11
Guardo il cielo
è di una banalità disarmante
azzurramente impettito
non una nuvola
a renderlo interessante.
Guardo la terra
il crepitìo delle foglie
sulla ramazza del vento
corrono, oltre il mio passo
cadute, assurda pioggia morta
dal verde ancora in vita.
Spenta la farandola
dei fuochi sgargianti
lento gocciola lo sciupìo
dei pieni colori:
agonia dell'estate.
E spira la frescura
nel ruggine briciolìo
giunge il triste ricordo...
Tocca la malinconia
le corde dell'anima
suona una lacrima
l'arpeggio mesto...
Guardo il cielo
ha perso la sua banalità.
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