naviga un buco nero la luna raggiunta dall'autunno
lungo il fiume dove cantano le rane d'oro e i gamberi di fiume;
il kayik dalle vele quadrangolari rosse gela il tempo
sulla punta delle dita tra sberleffi di nebbia
rabbrividisce il cielo, cade a pezzi seppellendo
i simboli ancestrali di tutte le magie dell'universo
i fuochi delle stagioni rigirano gli orizzonti
s'accende l'ansia delle vene aperte, non per il rimpianto
sporco di parole
ma per la lucentezza d'una rosa languida di labbra senza baci
ambra nell'incavo dei ricordi
ancora naviga quella puttana che mi segue dappertutto e mi raggiunge: strega
nel suo sabba immortale, mi raggiunge negli autunni
lungo il fiume dove cantano le rane d'oro e i gamberi di fiume
per sempre.
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