Scritto da © giuseppe pittà - Lun, 19/03/2012 - 17:58
il lupo mi guarda
concreto e semplice nel
suo sguardo d'autore
spezza i fili invisibili delle
più sprezzanti carezze
mentali
saltando nell'aldilà della
siepe
colpisce d'unghie a
coltello
lo sforzo della serpe e
l'immobilismo di
un masso enorme
troppo nero sulla
sua strada
il lupo prova a parlare
sa che so comprendere
muove d'abilità le
veloci maschere della
bocca
e mi racconta di
boschi e meraviglie
negli intricati sogni di
una famelica voluttà
in questo sangue dove
pulsa tutto l'orrore di
un amore che si
arrende
immolandosi alla
salvezza con
un destino a
forma di zattera
finalmente resistente nei
vortici della piena
fin quaggiù dove
il bosco diventa sole
mi consegno a lui
perché lupo adatto al
mio vero profilo
mi sposto al margine per
assumere definitivo le
sue sembianze di
tempesta e di neve
nel vestito più sobrio
d'ultimo del branco
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