Scritto da © Anonimo - Mer, 10/02/2010 - 13:10
Non vive poichè non morì, come s’intende la pioggia,
solo fu attratta altrove.
La vedevo andare ai sacramenti
sulla corsia della quaresima
- in auge i suoi tremori -
portando calibri esatti di passione.
Fu una matassa di passi, su tutti i sentieri che andavano dalle rotule ai sogni:
un colpo vero al peso che costò alla terra
una quercia di un secolo scorso;
uno spartiacque a valle, patendo grovigli e inghippi di fretta,
per quell’invaso che trasudò fili come idee
a farmi uomo a stenti.
Seppe stare ferma quando l’organo zittì la voce:
tese la mano sul ronzio del mio lamento
e vi lasciò un silenzio semplice
ssssst…
come ancora mostra la bocca.
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