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Diario raduno Abruzzo

5 dicembre 2009 Raduno dei poeti in Abruzzo

Diario :

ore 7.40 : sono arrivata ieri sera a Roma da Palermo e adesso sono alla stazione termini  ,sto correndo col fiato in gola per non perdere il treno che è in partenza , il tempo è bello , leandro che mi ha accompagnata mi saluta e scappa via al lavoro.

Ore  9,15: arrivo alla stazione di Carsoli, Antonio ha mandato un amico a prendermi e adesso una gip nera mi aspetta per portarmi all’hotel le sequoie,  il posto è molto bello e l’albergo superaccogliente . Il mio cell comincia a squillare in continuazione , stanno per arrivare tutti gli amici poeti che insieme a me inizieranno tra poco questa  magnifica avventura . Una grande emozione che ormai tante volte ho provato , ma che ogni volta che incontro amici nuovi si rinnova sempre con la stessa intensità.

Eccoli arrivano uno dopo l’altro , Alessandro Novelli (roma) ,simpaticissimo baffetto bianco , sorriso smagliante e tanta vitalità, la dolce Rosaria Barbarinaldi (potenza)con il marito Nicola e il piccolo Andrea di 4 anni mascotte del gruppoJ , Enrico Carlostella  (roma)con la  moglie Olga , entrambi una piacevole scoperta , Sergio Garbellini  (roma) fonte inesauribile di poesia, Fabio Martini (Piombino)  un leader della poesiaJ,Leandro Vegni con la moglie Elena mio grande amico , fratello e poeta  meraviglioso . Siamo tutti il raduno ha inizio.

Ore 12.00 : mangiamo un piatto di spaghetti alla carbonara in un  ristorantino  vicino l’albergo che ha aperto appena il giorno prima , le porzioni sono da assaggio , forse avevano solo 1 kl di spaghetti? Bo

Ci rifaremo a cenaJ)

Si parte per Onna dove ci attende la poetessa abruzzese Maria Piera Pacione , anche Lei terremotata , ha perso la casa e il suo negozio ,è provata dal terremoto ma felice di incontrarci , ci rendiamo subito conto che la nostra presenza è per lei una boccata di aria buona da godere appieno , ma presto saremo noi a doverla ringraziare per averci trasmesso e centuplicato quei sentimenti di affetto e solidarietà con cui eravamo partiti , quel che noi abbiamo potuto donarle in poche ore è nulla in confronto a quello che lei c’ha donato arricchendoci l’anima . grazie Maria .

Onna è un cumulo di macerie sotto le quali hanno perso la vita 40 persone su una popolazione di 400 abitanti . Solo 250 sono rimasti ad Onna , dove la regione Friuli ha ricostruito in breve tempo un piccolo villaggio di casette in legno a un piano sufficientemente confortevoli , ne visitiamo una , quella del Sig. Enea , che ci accoglie con gioia e ci racconta la sua storia , Enea vive da solo ha un problema alle gambe ma è vivo ed è già felice di questo. Riscontriamo una grande forza d’animo nel suo racconto . Ci informa della situazione attuale dove ancora tutto è incerto , le case da ricostruire , le destinazioni, ma per adesso la parola d’ordine è aspettare .

Salutiamo Enea e ripartiamo alla volta dell’Aquila, per  Maria Piera è la prima volta da quella terribile notte del 6 Aprile che rimette piede in città , finora non ne ha avuto il coraggio , siamo ben felici che la nostra presenza le abbia dato questa  nuova forza , ma solo entrando nella città ci rendiamo conto di questo suo rifiuto . Quello che ci appare davanti agli occhi è irreale e angosciante , tutto quello che per giorni e giorni abbiamo visto in televisione non dà la minima idea della realtà che adesso abbiamo davanti.

L’Aquila è una città fantasma , dove l’aria sa di morte , di dolore e di paura ma quello che noi possiamo solo immaginare è un infinitesimo di quello che realmente è stato vissuto in questa città. Camminiamo a piedi tra palazzi architettonicamente bellissimi , ancora tutti in piedi , ma è come se avessero subito un bombardamento , sono sventrati e hai la sensazione che se solo li tocchi con un dito , debbano cadere e polverizzarsi. E’ inaudito , terribile , ho un nodo in gola e trattengo le lacrime solo per la presenza di Maria a cui so di dover dar forza , tutta quella che posso.

La depressione le si legge in viso , la paura, i problemi di tutti i giorni centuplicati  , la casa che non ha più , adesso vive in tre stanze presso la biblioteca di un paese vicino. Si chiede come si fa adesso a festeggiare il Natale , la sprono ad andare avanti , un dovere che ha verso se stessa e verso i suoi figli che in Lei vedono la loro guida , la vita deve ricominciare anche festeggiando il Natale , è un segno di speranza a cui non deve rinunciare. Certo è facile a dirsi a parole ma è l’unica cosa che posso fare per lei. Qualche ora dopo però riceverò un messaggio sul telefonino dove ringraziandoci tutti ,conclude dicendo , ho fatto il primo passo , ho comprato una calamita natalizia da mettere sul frigo. Io ho un tuffo al cuore e inghiotto il magone.

La salutiamo abbracciando forte Lei e il marito col quale mi sono soffermata a parlare , percependo una gran forza d’animo  e tanta voglia di ricominciare e sono sicura che sarà un supporto irrinunciabile alla nostra Maria, grazie anche a Lui da tutti noi.

Ore 20,30 : si torna a Carsoli e si va a cena al ristorante L’Aquila d’oro che l’amico poeta Antonio Sangervasio  ha prenotato  per noi . Purtroppo  Antonio che ha materialmente organizzato tutto qui per noi , non ha potuto essere presente al raduno per un impegno sopraggiunto a Napoli , Peccato Antonio  ci sarà sicuramente un’altra occasione per incontrarci e ringraziarti per  aver reso meraviglioso questo evento .

La cena stavolta è abbondante e ottima . la tavola ben presto diventa un salotto letterario dove la lettura delle poesie  regna per tutta la durata della cena J ma c’è anche tanta musica e Leandro, Elena e Olga si lanciano nella danza , strappandoci finalmente un sorriso.

Ore 12.00 : tutti a nanna , domani mattina ci aspettano i bambini dell’orfanotrofio,

6 dicembre ore 9.00: Partiamo da Carsoli alla volta di Silvi Marina , il sole splende. Mi hanno fatto partire dalla Sicilia , vestita come se dovessi andare al polo nord , ma qui di giorno fa più caldo che a casa mia e non sopporto nemmeno il maglione J

Ore 11,30: finalmente arriviamo a Silvi marina , Suor Mirella ci aspetta sulla strada , davanti il cancello della struttura  che ospita l’orfanotrofio dal 18 aprile.

Veniamo accolti col sorriso da una decina di suore tutte straniere , visitiamo gli ambienti . la cucina . il grande salone refettorio, e una sala dove tre ragazzi sui 14 anni stanno giocando con dei pc che le suore hanno loro regalato per il Natale , una bambina di 11 anni scarica musica da internet e altri due ragazzini giocano una partita di calcio virtuale .

Nel salone apriamo una grande valigia stracolma di sacchetti di dolciumi  che abbiamo portato ai bambini , ma sono quasi tutti usciti e le suore metteranno tutto sotto l’albero di natale così quando torneranno troveranno la sorpresa. Peccato avremmo voluto abbracciarli tutti ma abbiamo scelto il giorno sbagliato e così diamo il nostro abbraccio solo ai tre ragazzini presenti su 22 da estendere agli altri, scattiamo un po’ di foto ricordo e ci soffermiamo a parlare con suor Mirella , donna molto energica , che ci racconta di quanta gente ha perso intere famiglie e di quanto assente sia stato l’aiuto da parte di chi doveva e che fino ad ora hanno vissuto dei piccoli aiuti della gente comune. Per loro adesso è l’ora di pranzo ed è tempo per noi di andare . Usciamo da quel cancello con l’animo sereno coscienti di aver fatto qualcosa di buono  ma sempre nulla  in confronto di quello che sono gli effettivi bisogni di queste persone  a cui promettiamo che non saranno dimenticate.

Siamo rimasti in 3  io , Alessandro e Fabio  gli altri sono già ripartiti, andiamo a mangiare del buon pesce in un ristorante a Silvi marina dove ci raggiungono Attanasio un amico poeta di Teramo  e sua moglie , sono felice di rincontrarli , non li vedo da un anno , il tempo di prendere un caffè e scambiare due chiacchiere e poi i saluti, gli abbracci e la promessa di rivederci tutti presto, perché è stato bello ed emozionante passare questi due giorni insieme di cui porteremo il ricordo nel cuore a vita.

 

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