Scritto da © brunaccio - Lun, 26/10/2009 - 16:22
Sento la mia stanza vicina, come amica.
conosco la luce i suoi colori
gli odori, il vecchio respiro
d'arredi modesti, consueti
dove cassetti semiaperti
come bocche stupite
mostrano rinfuse pagine sparse
lette non lette rilette
scritte e mai scritte
scarabocchi e schizzi
per disegni e sogni mai finiti.
Alito di essenza amara, stantia
da un lampo fucsia
tra le lenzuola del letto sfatto
intimo dimenticato mai reclamato.
Da sulle mensole insicure
aromi di verzure appassite
rami fioriti ormai risecchiti
di sbiaditi incerti colori.
Pietruzze e legni in forme curiose
suggestive
raccolte in giro distrattamente.
Rifugio, sempre più bozzolo
dove attendere la prova di rinascere.
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