Scritto da © Manuela Verbasi - Mar, 09/02/2010 - 11:33
Infilerò l'indice al centro di quest'amore così da vedere il sangue colarmi dal dito al palmo, al polso, e con uno straccio di stoffa sfilettato farò un bracciale unico.
Voglio vederlo ansimare, trascinarsi a raggiungere mani, obbligate a raccoglierlo.
Rubate le rose,
le spoglio di tutto,
infilo le spine sulle gengive arrese al dolore.
Non parlo, non guardo, mi astengo:
non sento al di fuori di me.
Galleggiando, ostile, tra i se e i però, questo malessere mi sa a memoria, che colore avrà?
Il tacco dello stivale sembra un ago grosso, serve a ferire. Morire.
Abrade ogni memoria delusa, il pensarti. Si ricompone la rosa in una camicia da sbottonare.
Potessi entrarti sotto i denti e farmi masticare, mischiarmi alla saliva e farmi deglutire.
Ah se potessi fare.
Rifare.
[Vieni qui, piccolina]
Manuela
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