Scritto da © Manuela Verbasi - Ven, 12/03/2010 - 02:13
Ora
Qualcosa in effetti, potremmo fare, tra i ventagli d'anima delle spighe gialle, piegate al caldo della stagione aranciata, dove andranno le libellule, andremo noi a tenerci le mani sul viso e nelle mani.
Partire. Andare. Dove?
Spruzzano cascate dalle caviglie alle ginocchia (nel nonsense tutto è possibile), e crescono i capelli intrecciati ai lamponi, in alto, come rami a riempire d'ombra fresca spazi e non spazi.
Vuoti.
Gli occhi tuoi son stelle accese, verdegialloverde in alternanza.
Ora
che mi piego e mi rialzi, di un sorriso solo tuo che stordisce, sfilo il tuo dito dalle labbra e le riempio in un secondo.
Di saliva, di lingua.
Di saliva, di lingua.
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