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Scritto da © Anonimo - Ven, 27/11/2009 - 20:58
Fare ciò che andava fatto
(perché si può)
in fondo è diverso dal trasmettersi
una nota canticchiando
mentre vai sulle spine dell’arrivo.
Ma fare cosa? La corsa, la corsa!,
penseresti ad un passaggio accelerato:
ci sono folle che si attraversano come follie
e sono incaute magari quando il sole perpendicola
sugli ingorghi iniziati a sbafo dai taxisti
e non ti scansa il veloce e il tempo
dei ritardi
che fa essere qui da un altrove insieme.
Sapessi dell’angoscia
quando m’immersi in una solitudine da umano
e preferii la passeggiata a fil di mare
quasi rimbalzo
all’onda che s’inanima.
Ma sì - però col tempo, ad avercene! -
si potrebbe anche osare un ritrovo
ad Amalfi
dove uno scoglio ruppe i nostri indugi
e diede al letto un alibi di scoperta vera
quasi piramide la prima mossa
scalata col cerasiello - a dirne bene.
Alludere e non sapere che aspetti piena
della tua virtù come ignori che conto le lancette e non le ore
che le lancette hanno sbalzi innumerevoli
si fanno estranee alle direzioni
poi fermano ai gesti quegli anziani
sulle linee pedonali degli asili
che sono troppi
in queste zero nascite pure a natale.
Andava fatta quella corsa
e la mia donna - lei, che le sue gambe non trattenne -
divenne notte prima della sera.
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