Scritto da © Maria34 - Ven, 02/07/2010 - 09:19
Luce che sfiora i corpi,
che congela i gesti.
La luna è lassù, appesa.
Il buio è assente.
Cerco il tuo sguardo.
La nebbia sale leggera dal palco,
tra una schermaglia di decibel e colore.
I Watt ti entrano in corpo,
ti scuotono, ti fanno vibrare.
Ma tu dove sei?
Gli artisti che incalzano sugli strumenti,
mentre l'umore della notte sale lento.
Rivedo la tua camera, il letto sfatto, il tuo sguardo.
Amo il silenzio dei minuti trascorsi,
lo scandire della notte.
I tuoi occhi, le tue labbra.
Il tuo profumo, l'istante già tracciato.
Un palloncino si alza lento in cielo.
Rivoglio il suono della tua voce, le tue parole,
per poi tappare le orecchie e fuggire.
Rinaldo Ambrosia
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