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Prigioni

Occhieggia districandosi dalle tenebre del tempo, il Ricordo costruito da immagini e sensazioni illusoriamente condivise : lui  lì, spettatore silenzioso e incupito, fattosi testimone, e promotore, di un lato oscuro sopito e finalmente esposto, esposto in carne, situazioni, autoflagellazione, dolore e piacere.
Un ricordo slegato da odori e sapori, esperienze di solitudine da stracciare senza poterlo fare mai, e lui lì , specchio dei suoi tormenti, esaminatore esperto, a condurre il gioco, a portarla a superare, di limite in limite, le sue paure.
La forma, la sostanza del loro rapporto, era legato ad un contratto, non scritto, no, nessuno dei due l'avrebbe mai  sottoscritto, ma erano entrambi consapevoli della sua tacita esistenza : la dedizione dell'una per l'esaltazione dell'altro, il cedimento, la passione, tutta la futilità dei sentimenti, doveva essere lasciata fuori, niente Amore, solo compensazione dei desideri e delle necessità uno dell'altro.
Il Maestro e l'Allieva, il Padrone e la Schiava, il Master e la Slave : solo termini indicativi per designare ruoli, destinare compiti ai  personaggi, lui  l'elaboratore, lei l'elaborato, lui il creatore, lei l'animale . Limiti di tempo, di spazio , altri impegni a condire un rapporto che non poteva essere totalmente esclusivo, poi, la maschera, la salita sul palco, la recita senza alcun canovaccio, lui regista ad ordinare e raccogliere la gratificazione della perfetta esecuzione o ad infliggere punizioni se insoddisfatto, lei burattino, malleabile e disponibile, a torcersi corpo e anima  per l'altrui piacere.
Essere complementari, il destino li raccoglie, fa assaporare l'un l'altro l'esaltazione del potere assoluto e della sottomissione consapevole e dedicata, apre gli occhi sulle possibilità infinite di disporre di un corpo e di abbandonarsi senza  il limite delle convenzioni e della coscienza, assorbe legami e li vomita poi distorcendo l'essere che si perde .
Tra i due chi è il prigioniero e chi l'aguzzino?  In quale dei due si nasconde l'apparenza dell'essere?
Il tempo ha radici che non crescono, come un albero,  in simmetriche grandezze nell'implicito ed esplicito, la sua pianta è infestante e soffoca quando i ricordi trasformano la pacatezza della normalità in disgusto per l'anormalità : allora la prigioniera che s'illudeva di rendersi libera perdendo la libertà si accorge che nessun'acqua potrà mai lavare la sua anima
perché a cederla in cambio non ha avuto Nulla se non stelle ad illuminare la ragnatela in cui é caduta, l'aguzzino scopre che quello che ha composto e creato non è nient'altro che una prigione in cui l'ha rinchiuso il suo Ego.
Ma tutto questo è solo Ricordo, scultura di tronco contorto in cui occhieggia districandosi dalle tenebre del tempo

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