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Maschere

[OGNI GIORNO] ... ogni giorno... apriva gli occhi pochi minuti prima che la sveglia suonasse, allungava la mano a spegnerla e si alzava piano, per non svegliarlo, apriva la tapparella, appena appena, tre righe di luce, tanto bastava per allontanare il buio , e tornava a letto a guardarlo dormire ... ogni giorno lui apriva gli occhi, richiamato forse dal suo sguardo e le sorrideva ... con questo rito lei voleva avere la certezza di essere il suo
primo pensiero del mattino, la prima immagine, il primo sorriso, perchè , a differenza di lui, lei lo amava ...
[IMPRINTING] ... il primo pensiero, quasi che la sua immagine, la sua presenza, potesse condizionare tutto l'arco della giornata ... scordava così - invece - che l'abitudine, l'esperienza ripetuta vuota di significato l'azione... l'illusione di trasformarsi in presenza - dedizione di ossessione... s'illudeva nel suo sorriso - che altro può indurre il risveglio ad un
sorriso se non un sorriso ?  un amore fragile, senza radici, coltivato nella speranza che l'abitudine s'infiltri diventado necessità, bisogno... continuerà, nell'abbandono e nella fine, ad alzarsi silenziosa per un rito inutile?
[DISILLUSIONI]... certo glielo dichiarava - lui - il suo amore, ma in risposta alle dichiarazioni di lei, quasi a non essere da meno - o per cortesia - ma lei era consapevole che non le apparteneva e che non le sarebbe appartenuto mai... lo capiva dalle piccole cose, da attenzioni mancate, dalla noia che gli leggeva a volte nello sguardo, dallo scrollare le spalle alle sue, di attenzioni ... sentiva un magone, nello stomaco, la paura di perderlo, si sentiva in bilico dal desiderio di avvolgerlo nel suo amore e dal timore
di poterlo soffocare... erano così diversi nel dimostrare gli affetti e i sentimenti, questo se lo ripeteva per giustificare in qualche modo il suo atteggiamento, forse - pensava - è una questione di educazione ed esperienza, forse non è mai stato amato come lo amo io, forse il mio amore lo spaventa... forse non è mai stato innamorato... e, come l'esperienza della malattia, del dolore, creano una sorta di patina d'abitudine per affrontare in modo consapevole malattie e dolori futuri mentre chi non li ha mai provati si sente spiazzato, forse anche per lui questo stato d'animo così inconsueto, diverso, mai conosciuto, lo fa avanzare con le mani innanzi, quasi a coprirsi da un pericolo, incapace di lasciarsi andare completamente... eppure, si diceva, perchè non si specchia nella mia immagine ? perchè non può trarre felicità dalla mia felicità ? le dava la sensazione di una persona che esce dal negozio con un acquisto scelto con cura, ma mentre avanza si riempie di dubbi, vede in altre vetrine qualcosa che sembra avere un valore superiore e, nonostante possegga, ha ancora acceso lo spirito della ricerca di altro da possedere...
[AMAMI] ... spesso guardandolo negli occhi glielo avrebbe voluto dire - amami - ma si tratteneva temendo la sua interpretazione - un ordine, un dovere dal quale allontanarsi, o una richiesta, una supplica che gli avrebbe rivelato il suo bisogno di lui - comunque, in ogni caso, l'esternazione di un desiderio, di legame condiviso: amami come io amo te ...detto da un terzo - amala - sarebbe stato accolto come un consiglio o un invito - come il lavami scritto sulla polvere di un'auto - ma detto da lei, in qualsiasi modo glielo presentasse - con dolcezza o imperioso - avrebbe sicuramente incrinato qualcosa, accellerato un processo che lei sentiva già nell'aria... sentiva amplificare la propria inadeguatezza a mantenere quanto, all'inizio, era stato concordato: lui voleva - comunque - ritenersi un uomo libero... l'aveva accettato, sì, all'inizio ma - come ogni donna - coltivando nell'intimo la certezza che sarebbe riuscita a cambiarlo, modellarlo, trasformarlo con la forza del suo amore... ma... era cambiata lei, invece, e quanto s'era sempre sentita forte nelle passate relazioni, tanto fragile si sentiva ora, con lui, cedendo sempre, soffocando orgoglio e determinazione ...e quando sentiva dire da qualcuno che l'amore rende forti provava un sottile malinconico imbarazzo ...
[RISPOSTE]... nessuna dichiarazione, allora : tratteneva così le sue sensazioni con il desiderio - forse un po' anche il timore - che lui spontaneamente lo dichiarasse - di amarla - ... perche' non accontentarsi di quello che aveva da lui ? perche' questa necessita' di definire e regolarizzare un rapporto ? e' il bisogno femminile di avere delle certezze per poter poi adagiarsici come regine sul trono - triste pensare quanto poco a livello sentimentale abbiano cambiato le lotte femministe - ... ma se glielo avesse detto davvero ? il suo interesse - il suo "amore" - avrebbe subìto un cambiamento ? ( altro bisogno femminile di trovare risposte - o di adattarle a piacimento - eternamente insoddisfatte -
volte verso un'irraggiungibile perfezione ) quali risposte si attendeva ... quali - se davvero le attendeva - non riuscendo a darsene nemmeno lei ?
[RIDERE E SORRIDERE]... avrebbe accettato forse una risata come risposta ? o
un sorriso, a sottolineare lo scherno sottile di chi - superiore - ritiene che lasciarsi andare al sentimento sia solo un'inutile perdita di tempo? certo, lei sa che l'amore ha i suoi svantaggi - farebbero pendere la bilancia a suo sfavore - ma è o non è ... motore del mondo ? fosse motore avrebbe bisogno di alimentazione continua - spesso è l'impedimento per le decisioni, il freno per la mancata obiettività ... nel rito del risveglio il sorriso compone - e lei s'illude che componga - l'intreccio di pensieri con la realtà, l'immagine che dovrebbe - impressa come una foto - collegare desiderio e sentimento;
nella conversazione sottolinea l'apprezzamento - la quiete beatitudine dell'ascolto - o l'idiozia... ma se lui ridesse di lei - liberazione o stilettata che sia - sarebbe l'annietamento del suo orgoglio, la triste consapevolezza della sua nullità ...
[REGALO]... come quando le confessò che aveva regalato via il braccialetto: avrebbe preferito la menzogna dello smarrimento - regalare un suo regalo, scelto con cura, dono di un primo anniversario - si era sentita tradita, svalorizzata, quasi che il braccialetto fosse una specie di cordone ombelicale che lui aveva tagliato... si chiedeva quali e quante umiliazioni sarebbe stata capace di subire nel nome del sentimento che provava - mai nessuna gratificazione, solo l'autocompiacimento del sentirsi -lui- così idolatrato -
stranamente non provava alcuna rabbia nei suoi confronti, si ripeteva - basta che resti con me, che non se ne vada - ...razionalmente, poi, i dubbi l'assalivano - la sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato, in lei, nell'aggrapparsi a quest'amore - come se fosse in una sorta di suspence, sull'orlo di un burrone, in attesa: ma come poteva pensare che non sarebbe riuscita a vivere senza di lui ?
[VIVERE E SOPRAVVIVERE]... si sopravvive sempre al dolore, anche se al culmine si desidererebbe morire - più per eliminare l'ossessione del pensiero - si sopravvive ... sempre ... anche quando sembra impossibile - per la mancanza, la perdita o l'abbandono - e la vita appare così vuota: il tempo pian piano la riempie di altro, altri ricordi si appaiano ai passati, dal sopravvivere  si ritorna a vivere ...e lei viveva, ora ? con la paura del suo abbandono? perdeva il gusto del presente - lui c'era, nonostante tutto - ma lei torceva
i pensieri come una corda attorno ai suoi timori, a giri concentrici e da un sottile filo lo stava trasformando in cappio ...
[DISSOLVENZA]... qual'era il pensiero che la turbava di più ? più che l'assenza o la dimenticanza era la dissolvenza, sintomo di non aver lasciato traccia o composto ricordi comuni, essere stata una meteora - una delle tante - anche se ora condividevano il quotidiano oltre che il letto, anche se lui - a volte - glielo diceva ... che l'amava ...
[PERFEZIONE] ... come se esista - la perfezione - lei credeva di averla trovata, in lui ? nello stesso momento in cui lo poneva a comparazione con se' stessa chiedendosi se era lei la parte sbagliata - o bacata - assumendosi colpe per assolverlo, lui perdeva la sua perfezione ... e se invece la vera autentica perfezione fosse l'imperfezione ? i difetti dei pregi ? la diversità la normalità ? se tutto venisse stravolto e i valori cambiassero ...
continuerebbe lei a desiderarlo ? se lei potesse tornare indietro l'accetterebbe ancora il patto ? ... nel rito del risveglio, nella luce soffusa del mattino, il tempo si perde mentre lei continua a guardarlo dormire attendendo il suo primo sorriso ... così ... ogni giorno , imperfezione o perfezione che sia, ossessione, malattia ... Amore
[DOCILITA'] ... era un pregio o un difetto essere docile ? ogni suo scatto d'ira lo reprimeva tra i denti, soffocava la sua spontaneità per il timore di irritarlo, in questo modo - come su un palcoscenico - lei recitava una parte, costruito un personaggio ad immagine e somiglianza dei desideri di lui . In cambio ?
"Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi
incontrerai per la tua via. Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti solleverò dai
dolori e dai tuoi sbalzi d'umore, dalle ossessioni delle tue manie. Supererò le
correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare. E
guarirai da tutte le malattie, perché sei un essere speciale, ed io, avrò cura
di te. (...) Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza. Percorreremo
assieme le vie che portano all'essenza. I profumi d'amore inebrieranno i nostri
corpi, la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi. Tesserò i tuoi capelli
come trame di un canto. Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono. Supererò
le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare. TI
salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale ed io avrò cura di
te... io sì, che avrò cura di te ... (Battiato , la Cura)
[APPARIRE] ...ma nella Sua cura c'era l'annullamento, disarmarsi di sè stessa, scomporre l'Io per essere 'altro'. se nella libertà c'è l'assunzione delle proprie responsabilità, nel donarla c'è la privazione di ogni dovere - ma anche di ogni diritto - sollevata da ogni impegno, ne aveva assunto un'unico : compiacere ...
[FRETTA] ... non aveva mai avuto fretta, nella vita : tendeva a gustare piano ogni momento, a prendersi tempo per riflettere, a non correre ... mai . questo suo modo di vivere si rifletteva in ogni suo movimento - pareva danzasse, a volte, le mani si muovevano lente nell'aria a sottolineare le sue parole, a creare archi attorno alla sua immagine, la sua camminata era pacata e armoniosa - e anche il suo modo di parlare - lento, guardando fisso negli occhi, il capo reclinato appena - alimentava la sensazione di persona serena, tranquilla, posata . questo fuori - di se' - appariva . ... dentro - di se' -
regnava il caos: non l'armonia di un tango, ma lo straziante suono di un'accordatura d'orchestra . la sua ponderatezza era per discernere - tra i suoi pensieri - quelli più adatti al momento, per smussare gli angoli del suo essere spigoloso, per apparire in una irreale perfezione . ... chi sarebbe stata se non avesse operato questa regola ferrea, questa
continua censura della sua indole irrequieta ? la storia di una sua zia pazza - cui lei somigliava tanto fisicamente - l'aveva tormentata durante tutta l'infanzia, ed ad ogni similitudine le prendeva l'angoscia, quindi non si lasciava mai andare ...
[COMPIACERE]... anche il rapporto con lui era nato senza l'assillo della fretta - anche se lui era la fretta impersonificata - gli opposti si attraggono, si dice ... aveva lasciato piano che dietro la traccia del consumarsi veloce si annidasse la necessità di pace - o apparenza di pace - senza accanirsi troppo sulla presenza ... anche l'assenza, così, aveva preso un valore, riempito il vuoto dell'attesa cui prima non si dava importanza, e l'abitudine
- che lui rigettava - si era trasformata da noia in piacevole consuetudine ...forse perché lei l'aveva lasciato libero, non aveva posto condizioni, non gli aveva presentato la necessità di scegliere : a lei era sufficiente che lui fosse nella sua vita e lui l'aveva presa con se', appendice forse non necessaria ... forse
[APPENDICE]... nel vivere all'ombra di qualcuno c'è una sorta di negazione di se' stessi, un disconoscimento delle proprie capacità, la paura di scoprire le carte e dover apparire con il timore di non piacere ...oppure il desiderio di ESSERE solamente per QUELLA persona : per riflesso si è felici se lei è felice, si è tristi se lei è triste, tutta la vita prende la piega dell'appendice, qualcosa che convive senza aver parola in discussione, qualcosa che c'è ma anche se non ci fosse non cambierebbe nulla ... eppure anche l'appendice si ribella, a volte, si irrita e si infiamma - la sua presenza allora diventa peso e dolore - unico rimedio ... un taglio netto ... era questo, che l'angosciava, e nelle veglie notturne - buio e silenzio - si tratteneva all'ascolto del respiro del sonno di lui: invece di rallegrarsi
della presenza riempiva il cuscino di lacrime per il timore della sua - pensava inevitabile - prossima assenza ...
[ASSENZA]... e in questo intrecciare lento di pensieri notturni si vedeva persa, abbandonata, pianeta senza sole verso cui volgersi : allungava piano una mano quasi che il solo rumore del respiro non soddisfasse i sensi, la passava sopra le coperte a tastare, a tocchi leggeri, la realtà che c'era, ma nella sua mente l'immaginava muoversi in un deserto piatto, alimentava come lama nella piaga il pensiero - ancora - per carpirne il dolore che il vuoto le avrebbe provocato - le sembrava immenso - e piangeva - incredula - per un
futuro che forse mai si sarebbe trasformato in presente ... se solo con il pensiero soffriva così tanto a quale limite l'avrebbe portato la realtà ?
[ATTRAZIONE] ... scordava che ogni pensiero ha una potenza che viene alimentata di giorno in giorno con l'intensità con cui lo riprendiamo e che nella Legge dell'attrazione non esistono le negatività e il pensiero - non voglio che lui mi lasci - verrà interpretato nell'esatto opposto ... quindi nel caso accadesse davvero - l'abbandono - non potrà poi più discernere se lei ne é la causa o l'effetto...cosa c'è così spaventoso - poi - nel rimanere sola ?
[IRONIA] ... sarebbe rimasta sorpresa nel conoscere quello che lui stava vivendo, con lei. nonostante il suo mascheramento l'angoscia che provava lui la sentiva, gliela leggeva negli occhi che a volte lo fissavano non con amore e dedizione, ma con una sorta di sottile paura - io la spavento - pensava . si era accorto dei silenziosi pianti notturni, e il suo atteggiamento di indifferenza nei confronti degli slanci d'affetto di lei era qualcosa che non
sentiva, era solo una posa perchè temeva che nascondessero una futura stilettata . ironicamente - anche lui - si stava aspettando il momento in cui lei lo avrebbe lasciato, non voleva dimostrare quanto lo spaventasse questo pensiero che si era annidato ...per la prima volta nella sua vita si sentiva appagato : lei aveva riempito un vuoto che lui non era consapevole di possedere, ed ora temeva il suo abbandono ...
[AMAMI ANCORA]... come avrebbe reagito - lei - se avesse scoperto che lui costruiva interessi che non aveva più per altre, che avrebbe voluto stracciare l'immagine che si era costruito, che il patto di lasciarlo - comunque - libero della sua vita gli pesava perché l'unica libertà che voleva veramente era di amarla ? ... come poterle spiegare che la sua paura era di coinvolgersi in un rapporto che temeva l'avrebbe legato in una costrizione che, invece - con lei - non aveva mai sentito ? ... aveva perso il suo dono - un braccialetto - e con sufficienza le aveva mentito dicendole che l'aveva regalato via, quasi a giustificarsi della sensazione che aveva provato nell'accorgersene - uno strano smarrimento - ogni volta che posava lo sguardo sul suo polso vuoto ... dirle - poi - quanto era gratificante svegliarsi ogni mattina incontrando il suo sorriso, dirle che era diventata la sua vita, il suo unico pensiero, il suo perfetto completamento ... sentiva la sua mano che lo cercava - nella notte - si tratteneva dal volgersi - a quel tocco - ascoltandola soffocare singhiozzi nel cuscino ... amami , amami ancora : questo avrebbe voluto dirle ... ma nel dubbio del fraintendimento taceva, sfuggiva da lei nel timore che si spaventasse e se ne andasse via per sempre ...
[SILENZIO]... nel silenzio si amavano l'un l'altro, nel silenzio soffrivano l'un l'altro - per paura delle parole, per paura di dire troppo non dicevano nulla - entrambi con lo stesso timore dell'abbandono, fraintendevano i gesti, gli sguardi ... invece di cercarsi, invece di chiarirsi ... il rovescio della medaglia delle maschere indossate con l'illusione di piacere di più di quello che si è, per il timore di non essere all'altezza di quello che l'altro vuole : lui nascondeva la sua fragilità, lei la sua caparbietà ... nel timore che la Verità potesse cancellare il Desiderio vivevano il loro rapporto in punta di piedi mentre avrebbero potuto affrontarlo in una comune corsa liberatoria ...
[ LéGAMI]... perché lui li aveva sempre temuti - i legami - non voleva lasciarsi coinvolgere : alla nascita di un impegno relazionale faceva sempre seguito una sorta di malinconica sofferenza - il vuoto della mancanza, l'ansia dell'attesa - ascoltava le esperienze degli amici con superiore estraneità, li giudicava fragili - perdere la testa, ma quando mai ? - non illudeva nessuna, metteva sempre le carte in tavola - nessun inganno per non essere ingannato - e si sentiva bene ... si era sentito bene finora ...
... con lei era iniziato come altre storie ... solo che dopo un po' si era accorto che gli piaceva averla accanto - non solo condividere un letto - si era accorto che era nata nei confronti di lei una sottile gelosia  - prima esponeva le sue conquiste e si gratificava degli ammirati sguardi altrui, ora gli stessi sguardi lo irritavano - a volte si sorprendeva dal desiderio di cancellare tutto il mondo attorno per rimanere solo ... con lei ...
 
 

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