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Intelligenza artificiale

Era il decimo colloquio che faceva quella mattina ed era molto irritato: aveva ricevuto una montagna di curriculum in risposta alla sua inserzione ma nessuna di quelle che aveva contattato, visto e sentito finora sembrava adatta per il posto.

Eppure gli sembrava impossibile, non aveva poi grandi pretese: si era formata nella sua mente una certa immagine ed era come se ognuna di quelle che gli si presentava davanti venisse scomposta e ricomposta, e mai raggiungeva la giusta perfezione .

C'era sempre una pecca - una dal volto d'angelo, ma con i piedi piatti e che cucinava solo vegetariano, una libera e disponibile ma con una famiglia alle spalle e l'allergia ai detersivi, un'altra dall'aspetto perfetto ma dalla parlata dialettale che stende oltre che una passione per l'aglio, un'altra ancora dalla voce suadente ma con un fidanzato geloso - ma doveva trovarla ...vivere da solo e doversi arrangiare di tutto cominciava ad essere un peso ma nello stesso momento anche l'occhio voleva la sua parte e avere per casa una megera non lo attirava proprio.

Quella sera, una delle tante serate noiose, mentra faceva zapping si fermò ad ascoltare una trasmissione sull'evoluzione della robotica ... ecco l'idea : qualcuno che non avesse difetti, programmato per curarlo ed accudirlo senza nessuna componente emotiva ... un robot era quello che ci voleva.

Prese contatti con un'azienda giapponese e dopo un po' di tempo d'attesa gli venne consegnata la sua colf personale . L'avevano fatta proprio come lui la desiderava: carina, e, si sperava,  efficiente.

Naturalmente, come ogni elettrodomestico che si rispetti, aveva anche lei il suo libretto di istruzioni che lui lesse con attenzione prima di attivarla .  L'azienda costruttrice avvertiva che mancavano ancora alcune potenzialità : l'elemento non parlava - meglio pensò - non indossava scarpe - non è un difetto, anzi - e non aveva l'uso dell'udito, quindi gli ordini li avrebbe letti dal movimento delle labbra oppure digitandoli da una tastierina cordless - divertente - gli ordini dovevano essere composti in modo corretto, indicazioni chiare e precise, si consigliava fare un elenco prima di procedere ... e poi via con un po' di esempi tipo : se l'ordine dice ' apri/chiudi la porta' effettuerà l'ordine alla prima porta più vicina, altrimenti bisogna specificare 'quale' porta  'prepara la cena/pranzo' effettuare un elenco di operazioni per raggiungere il risultato (prendi la padella, accendi il fuoco, metti la padella sul fuoco a valore 3, metti la bistecca nella padella, gira la bistecca dopo  154 secondi,  e così di seguito) ... cominciava a diventare una cosa alquanto complicata .  Diede un'occhiata al robot , si piazzò davanti e premette il tasto ON : lei aprì gli occhi (sorpresa !! aveva gli occhi a mandorla ... e che si doveva aspettare?)  e lui, scandendo bene le parole - ' Vai in bagno e abbassa la tavoletta del gabinetto'  .

Che stranezza parlare con qualcuno che ti fissa senza battere ciglio: dopo averlo fissato lei si avvia verso la cucina - e che cavolo, ho detto il bagno !!! - accende il forno  - Che ci sia qualche problema con la lingua ?- rimane in piedi ferma davanti al forno acceso per un po' ad attendere che si scaldi  - Forse è la programmazione sbagliata - poi si inginocchia, apre lo sportello ... e ci si ficca dentro la testa ...

(n.d.a. l'intelligenza artificiale .... ah !!!)

 
 

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