Scritto da © ComPensAzione - Mer, 28/11/2012 - 22:51
Mi seguiva per la casa come un cagnolino, ancora troppo piccolo per aiutarmi nelle faccende cui ero impegnata, curioso e affascinato - Cos'é ?- mi indicava le cose con il suo dito paffuto accompagnando ogni mia risposta con un perché . Mi fermavo a guardarlo cercando di dosare il giusto peso delle mie parole, mi chinavo per avere gli occhi alla sua stessa altezza e nei suoi mi perdevo - un azzurro così inconsueto per me nata e vissuta con persone dagli occhi scuri - godendomi il momento di adorazione infantile che poi con gli anni sarebbe andato perduto. Avevo sempre avuto l'idea che la saggezza fosse compagna dell'età avanzata, composta da esperienza e rispetto , mi tormentava il pensiero che ora, raggiunto anche io il ruolo di nonna , non ne possedessi abbastanza per lasciare un segno. Quando parlavo con lui mi prendeva una sorta di malinconica tenerezza : lui era un altro scalino di una illusoria eternità, i suoi occhi erano rivolti ad un futuro che non avrei visto, quali ricordi avrebbe avuto di me?
Girava con l'esuberanza che la mia pacatezza non riusciva a placare, le sue mani non sembravano avere pace, apriva ante, cassetti, mitragliandomi con i suoi cantalenanti perché ; mentre spolveravo la libreria cadde a terra un vecchio album di foto , dopo il primo momento di spavento per il rumore si avvicinò puntando il dito - Cos'è?- Raccolsi l'album e mi sedetti sul divano facendogli segno di mettersi vicino a me . Era il vecchio album di mia nonna, la raccolta dei suoi ricordi, foto incollate alla rinfusa senza criteri di tempo, quando bambina andavo a trovarla mi piaceva sfogliarlo e alla sua morte chiesi di poterlo tenere. Lo aprii e mi prese il fascino del passato fermo per sempre, le immagini ingiallite di neonati nudi su cuscini damascati, bimbi in divise da balilla, ricordi di gite in bicicletta e poi immagini di battesimi, prime comunioni, cresime e matrimoni. Tanti di quei visi mi erano sconosciuti - prozii, cugini di terzo o quarto grado, persone morte prima della mia nascita - così è e sarà, nel tempo, che i ricordi terminano quando chi ricorda non c'è più. Il piccolo posava l'indice sulle foto con una nuova ripetuta domanda -Chi è ?- e ritrovai l'immagine di mio padre bambino a dondolare su un cavallino, i ricci biondi poi perduti ad incorniciargli il viso - Questo era il mio papà - Mi guardò confuso - Ma è piccolo ! - -Poi è cresciuto, si è sposato con la bisnonna e sono nata io - trovai una mia foto da neonata e gliela indicai . Il suo sguardo sorpreso correva dalla foto a me - Ma eri piccola anche tu ? - -Tutti siamo stati piccoli, anche la tua mamma e il tuo papà- sfogliai l'album alla ricerca di una foto di mia figlia e la trovai, cullata nelle braccia di mia nonna, prima pronipote - Eccola qui - Avvicinò il viso all'immagine corrucciandolo in una smorfia curiosa. - Questa è mamma ? - Mi ricordai quando davanti alle foto dei miei genitori bambini presi coscienza che il tempo aveva il potere di cambiare le persone, che sarei cresciuta anche io e fu una vera sorpresa.
- Dov'è il tuo papà, ora ? - una stretta al cuore - Non c'è più, tesoro, è andato in cielo- rifletté in silenzio sulle mie parole - E' un bel posto ? - - Sono sicura di sì - - E ci andrai anche tu ? - lo guardai, così piccolo, mi limitai ad annuire - Anche mamma ? - - Ci andremo tutti. - Sospirò soddisfatto, la mia risposta l'aveva tranquillizzato, il suo interesse tornò all'album, ricominciando ad indicare -Chi è ?-
Forse capiterà anche a lui di mostrare in futuro un mio vecchio album di foto ai suoi nipoti, sarà come un ponte di passaggio tra mondi che non si incontreranno mai : sorrisi e lo baciai.
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