Scritto da © ComPensAzione - Lun, 03/12/2012 - 14:14
Guerriero ama la Storia, i racconti dei tempi passati, delle battaglie e le biografie dei Grandi.
Guerriero vorrebbe essere innamorato: innamorato di un'idea, una situazione, anche un'illusione, perché non ci si innamora solo di persone ma anche solo del pensiero di poterlo essere. E vorrebbe esserlo perché innamorati vuol dire vivere una passione, sentire una marcia in più, rinnovare la voglia di 'costruire', di avanzare e di vivere, non lasciarsi vivere addosso.
Guerriero si emoziona ancora per le piccole cose, e non è da tutti.
Coltiva una pacata malinconia e il suo sguardo sempre triste si sofferma nel presente gustando immagini che emozionano per il loro legame con il passato.
Guerriero é attratto dall'acqua , dalla velocità, dal vento, a spingere il proprio corpo per saggiarne i limiti, cercando di domare onde e moto. E il vento, che sia quello vero o quello prodotto dalla velocità del mezzo, sembra premergli sulla pelle, adora sentirselo addosso. E' un respiro, un respiro che lui cerca, un respiro che in comunione con il suo lo porti a dimenticare la quotidianeità, le solite cose, gli impicci della vita, la malinconia del presente immutato e crudele.
Guerriero vorrebbe essere un vero guerriero , vorrebbe sentirsi Re, ma sceglie battaglie che non vale la pena affrontare : così si accontenta di trofei e medaglie, segni di vittorie passate, e sceglie la strada più semplice, quella già conosciuta, conosciuta da sempre. Limita i suoi desideri a soddisfare il momento, risolvere le necessità, in fuochi che si accendono senza far calore ne' luce , in manipolare corpi e menti fine a se stesso, giustificandosi e rimanendo nella sua tenda, a preparare strategie che non saranno mai attuate, a studiare battaglie che non si riproporranno più, a vivere la vita di altri condottieri.
Guerriero ha delle mani piene di storia e di vita perché lui sì ha toccato molte cose 'vive', è queste esperienze lo hanno riempito di energia, una luminosa energia che lui non vede ma che irradia attorno a se inconsapevolmente. E nonostante sia ancorato al Passato e alle storie del passato, lui è sicuramente un viaggiatore del Tempo, un Guerriero sognatore. I suoi sogni sono intensi, ricchi di immagini e colori, sogni che emozionano, sogni nati in un letto solitario, reduci di un'infanzia felice, alla quale tornare a volte con i ricordi, assaporando le sensazioni di un tempo, gli odori e le immagini ancora vive nei sensi.
Nessuno può sapere cosa riserva la vita : a volte, nella calma di un giorno qualunque può scoppiare improvviso un temporale, iniziare una battaglia non prevista, scoprire d'un tratto un nuovo gioco che attira per la sua assoluta irrazionalità, una sfida, magari piccola e assurda, ma pur sempre una sfida.
E In un giorno qualunque inaspettatamente si presenta a Guerriero qualcosa che lo cambierà : incontra una piccola palla di pelo.
Si dice che gli incontri e le scelte avvengano sempre per qualche motivo, per riempire vuoti lasciati da rapporti conclusi, per metterci alla prova e saggiare la capacità di adattamento.
Guerriero si trova di fronte a questo piccolo animale e incrocia il suo sguardo, ed è uno sguardo di richiesta, muta richiesta, alla quale, inconsciamente, risponde allungando la mano in una carezza.
Quegli occhi muti ma intensi gli scrutano dentro dandogli la sensazione che gli apparterranno per sempre : allora si china e prende in braccio il cane, senza immaginarsi i cambiamenti e la svolta che la decisione provocherà nella sua esistenza.
Nel ritorno a casa il calore dell’animale, il suo lasciarsi abbandonare gli ricorda di quando tra le braccia aveva i suoi, di cuccioli, ormai grandi e restii alle coccole, e lo sommerge la malinconia del tempo passato: le esperienze, la crescita dei figli, la gioia di vedere le loro prime conquiste – le prime parole abbozzate, i loro primi passi – ‘sentirli’ una proprietà che il tempo poi allontana per scoprire e costruire la loro personalità, con pregi e inevitabili difetti.
Ogni volta che china lo sguardo incrocia gli occhi di palla di pelo e ha la sensazione di ‘cominciare’, anzi ‘ricominciare’, a costruire qualcosa.
Una volta a casa Guerriero scopre che palla di pelo è una femmina ; la guarda timorosa girare e annusare, con gli occhi che si alzano spesso a controllare che lui ci sia, che non la lasci sola in quell’ambiente nuovo e sconosciuto.
Guerriero sa che palla di pelo si prenderà piano una piccola parte della sua vita, e il curarla, il custodirla, la renderà per sempre legata a lui.
Pensa per giorni al nome da darle : la sera la guarda, accoccolata ai suoi piedi, saziata dal pasto e dalle coccole, allunga una mano per sentire il suo calore , e si scopre a pensare e a chiedersi se veramente è stato lui oppure lei a scegliere a chi appartenere.
Questa idea dell’appartenenza comune – che sia caso oppure no – è un po’ come un tarlo : appartenere a qualcuno è donarsi incondizionatamente con la certezza che questo legame non sminuirà il valore di uno o dell’altro, ma lo completerà.
Ribheqab – Rebecca (corda) : il nome gli viene alle labbra e palla di pelo alza il muso quasi annuendo . Guerriero sorride e si sente bene, come quando un compito è stato perfettamente eseguito, come quando si è completato un puzzle inserendo l’ultimo tassello : Rebecca.
Rebecca cresce tra comuni passeggiate, che lui ha riscoperto proprio grazie a lei e nelle quali si lascia andare ai ricordi : i risvegli di prima mattina con l’aria che odora ancora di notte, nel silenzio della città ancora assopita, oppure nelle solitarie camminate sulla sabbia, il mare appena appena percorso da un brivido di onde. La lascia correre, quando la porta in spiaggia, e le sue corse gliale riportano vicina, il respiro affannato e gli occhi carichi di ringraziamento per il piacere comune.
Guerriero impara a parlare con Rebecca: scopre che parlare senza aspettarsi giudizi è ogni volta un piccolo esame privato, lasciarsi andare alle spalle le proprie paure – per cancellare le paure bisogna parlarne, renderle presenti, analizzarle, senza affrontarle in silenzio – conoscersi dentro , anzi ri-conoscersi.
Rebecca adora Guerriero : la sua è una adorazione senza fine, una dedizione completa, gli si abbandona senza dubbi e paure , perché con il suo istinto animale sa, anche se non ne è consapevole, che lui non le farà mai del male.
Guerriero ama Rebecca perché con lei è solo finalmente se stesso , non ha bisogno di studiare strategie, nessuna necessità di manipolare, di nascondersi, di cercare gratificazioni.
I segni di questa appartenenza comune sono il guinzaglio e lo strangolo, che hanno perso il loro valore di strumenti del padrone , ma sono il legame - come due mani strette insieme- che portano Guerriero e Rebecca a camminare nella sicurezza , quasi una barriera contro tutto il resto del mondo.
Guerriero impara a mettersi in gioco direttamente perché prendersi cura materialmente di qualcuno , curarlo – cosa che in qualche modo ha sempre delegato ad altri – è un impegno che crea sensazioni vive, più vive della Storia che ama , perché è creare, costruire una storia unica, perfetta, personale .
E, finalmente … sorride.
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