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Via crucis (vivere con Alzi)

Prima stazione - Gesù è condannato a morte
 
Era sempre stato restio alle dimostrazioni d'affetto, con l'età, invece, sembrava si fosse accentuata la necessità del contatto fisico, degli abbracci, dei baci, quasi a nutrirsi della fisicità altrui, ed era apparso il sorriso nel suo viso sempre incupito. - Com'è cambiato, tuo padre - - Sarà demenza senile - Invece era Alzi che si era annidato e giocava a rimpiattino nel suo cervello allungando le dita, qui e lì.
 
Seconda stazione - Gesù è caricato della croce 
 
Non voleva stare da solo - e non poteva - così mi chiesero di fargli compagnia, un pomeriggio, cui tutti avevano impegni. Era come un animale in gabbia - E quando torna ? - Per distrarlo lo portai in bagno a fargli la barba. Continuò a ringraziarmi, come una nenia, mentre con attenzione gli passavo il rasoio tracciando solchi sul suo volto imbiancato di schiuma. Poi ricominciò, su e giù per il corridoio - Quando torna? - Farfugliò di qualcosa che era assolutamente da fare, e mi chiese di andarmene, dapprima con gentilezza, poi, con ferma determinazione, mi cacciò via. Rimasi sotto casa fino all'arrivo di lei, con l'angoscia di quello che lui avrebbe potuto fare in casa, perchè non era da solo ma in compagnia di Alzi.
 
Terza stazione - Gesù cade la prima volta
 
Successe di notte, ed  il suo corpo era ancora in carne. Nella sua fragilità lei lo aiutò a rialzarsi e lo scoprì bagnato, mortificato lui continuò a chiederle scusa, ma la colpa era sempre di Alzi che lo trascinava indietro, nel tempo, alla disconoscenza del corpo, all'incapacità di capire gli stimoli e trattenerli. E lei si attrezzò di pannoloni di altra misura, e lo curava come un bambino, trascinandolo sotto la doccia.
 
Quarta stazione - Gesù incontra Maria, sua madre
 
Si aggrappava a lei come ad un salvagente, la sua assenza lo rendeva perduto. Quando usciva la chiamava al telefono di continuo, scordandosi subito dopo le risposte che riceveva. Aveva bisogno della sua presenza perché nel suo smarrimento era l'unica sicurezza, ripeteva il nome più e più volte, anche senza necessità. Alzi lo pungolava, in questo, cancellando la memoria di volta in volta.
 
Quinta stazione - Gesù è aiutato dal Cireneo
 
All'inizio la guardava dubbioso, la badante : era giovane, aveva l'età di sua nipote. Lo comandava con fermezza, arginava i suoi capricci, ma lo coccolava, anche, e aveva la cura di una di casa. Alzi gli faceva confondere i nomi e via via la chiamava con nomi conosciuti, poi, invece, il suo nome prese il sopravvento e nelle visite chiamava tutti con il nome della badante. 
 
Sesta stazione - Veronica asciuga il volto di Gesù
 
Aveva sempre trattenuto le lacrime, nella vita, indossando la maschera della fortezza. Ora sembrava che quelle lacrime mai versate gli scivolassero fuori senza ritegno. Piangeva spesso, non so se per gli sprazzi di consapevolezza che Alzi gli concedeva o solo perché il suo corpo  ormai non aveva più argini. 
 
Settima stazione - Gesù cade per la seconda volta
 
Il suo corpo si stava asciugando, a toccargli il braccio si sentivano le ossa, e il viso  si fece più lungo, scavato, il naso arcuato proteso verso un'aria che non poteva più tagliare. S'addormentava di colpo, sulla poltrona, il capo reclinato, il mento al petto, in sonni brevi da cui si svegliava di scatto, alzandosi poi come si fosse ricordato un'impegno urgente, e il suo andare per la casa chiedendosi - Dove sono ? - Alzi tagliava le strade, il percorso dalla cucina alla camera era un'incognita che lo sconvolgeva.
 
Ottava stazione - Gesù incontra alcune donne
 
Portavo la sedia accanto alla sua poltrona e gli poggiavo la mano sulla sua, mi guardava dandomi la sensazione di riconoscermi, poi faceva il gesto di avvicinarmi e mi sussurrava - Ma quello lo conosci? - e mi indicava col dito suo figlio. Nelle poche visite diventava nervoso - Chi è tutta questa gente? - Alzi se la rideva dei nostri sguardi che si incrociavano: ci aveva tagliato fuori, il padrone era lui.
 
Nona stazione - Gesù cade per la terza volta 
 
Una disfunzione inoperabile lo obbligò all'uso del catetere, il sacchettino gli batteva sulla gamba mentre camminava, ancora, arrancando per la casa.  Posava i piedi con attenzione, il corpo di peso ad ogni passo, e appena si alzava c'era sempre qualcuno che gli reggeva il braccio e lo accompagnava in queste passeggiate compulsive, sarebbe caduto, altrimenti, nella foga della sua corsa senza motivo, ma questo appoggiarsi era già una caduta, un abbandonarsi.
 
Decima stazione - Gesù è spogliato delle sue vesti
 
Preso dalla rabbia e dal dolore si strappava il catetere, soprattutto la sera, quando la badante se n'era tornata a casa, ed ogni volta si chiamavano gli infermieri che arginando la sua volontà  lo rimettevano a posto: lui era lì, in balia di Alzi, nudo, ad urlare improperi, la mano di lei che stringeva la sua  non riuscendo a calmarlo. 
 
Undicesima stazione - Gesù è inchiodato sulla croce
 
Dopo che una sera tagliò il tubicino del catetere con un coltello che si era nascosto addosso,  decisero di legarlo al letto, nel momento del sonno, con un telo, e prendere un'altra persona che lo controllasse, la notte, che gli impedisse si alzarsi e di farsi del male. Questa nuova persona, un uomo, non gli piaceva -Mandalo via- sussurrava a lei, la sera, quando arrivava il momento di mettersi a letto. Alzi gli faceva aprire gli occhi un momento dopo che l'uomo, finito il servizio, se ne andava, e allora lui strepitava chiamando il nome di lei, chiedendo un'aiuto che nessuno poteva dargli.
 
Dodicesima stazione - Gesù muore sulla croce
 
Quando Alzi non aveva ancora preso pieno possesso lui l'aveva chiesto, di nascosto, al figlio - Dammi la mia pistola - La sua pistola d'ordinanza che ormai non c'era più da tempo. Voleva combattere Alzi, ucciderlo prima che potesse renderlo quello che ora era diventato. Ma non era destino che se ne liberasse. 
 
Tredicesima stazione - Gesù è deposto dalla croce
 
Se n'era discusso a lungo, anche davanti a lui, se era il caso o no di ricoverarlo in un ospizio. I figli avevano opinioni opposte, chi pensava a lui e chi a lei, al tempo che sarebbe rimasto, alla qualità della vita e della cura di entrambi. Come bambini, l'uno incosciente e l'altra cosciente, ascoltavano questi discorsi, e lei ripensava a quando aveva nelle mani la cura dei figli e mai avrebbe fatto loro qualcosa che potesse farli soffrire. 
 
Quattordicesima stazione - Gesù è posto nel sepolcro
 
Lei lo guardava e nei suoi occhi passavano i quasi sessantanni passati insieme, alle gioie e sofferenze condivise, e alla promessa - Fino a che morte non ci separi - Era l'unica che lui ancora riconosceva, gli altri non potevano capire, nemmeno Alzi li avrebbe divisi.
 
 
E' pomeriggio . Lo guardo mangiare la fetta di torta con il cucchiaino, lentamente, allungando un dito nel piatto a raccoglierne le briciole e succhiandoselo poi come un bambino, un grande bavaglio gli impedisce di sporcarsi, ma lui è attento, preso completamente dall'azione. Finisce la torta e si guarda attorno, isolato dalla sua sordità dal nostro chiacchierare piano, poi guarda il piatto vuoto e, rivolto a lei - Si cena, ora ? - Lei lo rassicura con un sorriso, gli ricorda che abbiamo appena fatto merenda.  Alza le sopracciglia perplesso. Dopo alcuni minuti - Si cena, ora ? - Lei mi spiega che finché non lo fa risiedere in poltrona continuerà a chiedere la cena. Non lo dice sospirando, ma quasi a scusarsi. Lui la guarda senza capire quello che mi sta dicendo. Si prende il bavaglio tra le mani e ci si soffia il naso. Mi ricorda davvero un bambino. Lei lo sgrida con dolcezza, gli ricorda che ha il fazzoletto in tasca. Gli toglie il bavaglio. Si risiede, e lui - Si cena, ora? - E lei a rispiegargli le stesse cose all'infinito, con calma. E' una via crucis comune, ripetuta ogni giorno, solo che lui ha Alzi che gliela fa dimenticare, mentre lei raccoglie la sua croce accarezzandolo con tenerezza. 
 
 

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