Scritto da © Alexis - Sab, 20/03/2010 - 13:18
E scorrono pagine, fogli d'album intrisi di momenti accennati, aggrovigliati, fusi con le trame della vita in attesa di un pettine che li sciolga, come nodi fra i capelli.
I colori si fanno parole, pensieri inespressi o ermeticamente trascritti in linguaggi noti solo a pochi, se non a nessuno.
È uno scrigno, un forziere del cuore che non può essere aperto servendosi semplicemente di una chiave, d'oro od ottone che sia. È un libro che, per essere letto, non necessita di alcun alfabeto, di alcun codice, di nessuna norma, ma solo di silenzio, del silenzio della ragione, della razionalità.
È un fiore da cogliere che resta disperso e timido tra i mille fili d'erba che lo circondano, lo soffocano, lo nascondono agli occhi di chi si sofferma solo superficialmente sul mondo, non ne coglie l'essenza, la purezza del particolare, si accontenta della visione d'insieme sommaria, distratta, e non si cura di quelle pennellate che si susseguono una ad una freneticamente, che insieme formano, ognuna con la sua intima e peculiare diversità, l'unità, l'opera.
È il mistero d'ogni uomo in fondo, non solo il mio, come opere in musica, in poesia, in arte. Ogni singola parte è fondamentale per comprenderne il fluire, lo scorrere, il susseguirsi, il divenire. Ogni parola, nota, campitura partecipa dell'unità, dell'insieme, del tutto racchiuso nella forma sensibile che a tutti è dato vedere, ma a pochi è dato scoprire, comprendere.
È questione di sensibilità, infine.
I colori si fanno parole, pensieri inespressi o ermeticamente trascritti in linguaggi noti solo a pochi, se non a nessuno.
È uno scrigno, un forziere del cuore che non può essere aperto servendosi semplicemente di una chiave, d'oro od ottone che sia. È un libro che, per essere letto, non necessita di alcun alfabeto, di alcun codice, di nessuna norma, ma solo di silenzio, del silenzio della ragione, della razionalità.
È un fiore da cogliere che resta disperso e timido tra i mille fili d'erba che lo circondano, lo soffocano, lo nascondono agli occhi di chi si sofferma solo superficialmente sul mondo, non ne coglie l'essenza, la purezza del particolare, si accontenta della visione d'insieme sommaria, distratta, e non si cura di quelle pennellate che si susseguono una ad una freneticamente, che insieme formano, ognuna con la sua intima e peculiare diversità, l'unità, l'opera.
È il mistero d'ogni uomo in fondo, non solo il mio, come opere in musica, in poesia, in arte. Ogni singola parte è fondamentale per comprenderne il fluire, lo scorrere, il susseguirsi, il divenire. Ogni parola, nota, campitura partecipa dell'unità, dell'insieme, del tutto racchiuso nella forma sensibile che a tutti è dato vedere, ma a pochi è dato scoprire, comprendere.
È questione di sensibilità, infine.
Alexis
20.03.2010
20.03.2010
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