Scritto da © Franco Pucci - Lun, 06/06/2011 - 17:15
Quattrocento aironi dalle movenze sgraziate litigano un metro quadrato di laguna incespicando sui loro ossei trampoli. Grande è la confusione nell’agitar di penne e zampe come bacchette di Shangai gettate alla rinfusa nel ribollire di alghe e vongole fuggitive come minuscoli dischi volanti inabissati nel pentolone del brodo primordiale. Ormai aduso alle sceneggiate che l’alcool mi rappresenta ogni qualvolta l’umore si inabissa e la depressione cerca rifugio in una serie di cristalli variamente colmi di panacee a poco prezzo, ho scommesso sull’airone cinerino. Mi sta simpatico e poi ostenta un’aria indifferente alla tenzone, attende sornione la fine del massacro degli antagonisti in un rutilar di becchi, ali penne e zampe per affrontare il vincitore ormai distrutto dalla fatica e conquistare così facilmente lo spazio oggetto della disputa.
….
[sorrido, ora posso finalmente dormire
la mano trova sicuro appiglio sul tuo seno
il consueto viaggio notturno anche stanotte
ha lasciato sul terreno la vittima designata
tu attendi e, come sempre, vinci…]
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