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Chi ha ucciso Calimero? - epilogo

E qui James commise l’ultimo errore, il definitivo.
Dopo aver deposto i bagagli in albergo, il mitico Raphael nei pressi di Piazza Navona, ed aver bevuto un drink in compagnia di Sarah, la accompagnò nel suo ufficio e la lasciò dicendole: << Cara, esco a fare quattro passi mentre tu prepari i testi per i doppiaggi. Compro le Marlboro e torno tra un po’…è tanto che manco da Roma.>> Sorridendo attraversò l’atrio dell’ufficio di Sarah e appoggiandosi con i gomiti alla scrivania di Mary, la segretaria di Sarah chiese con fare ammiccante: << Scusa Mary, ti chiami così, vero? Sarah mi ha detto che debbo aspettarla nella sala di doppiaggio per quel nuovo filmato di Calimero…solo che io ho dimenticato l’indirizzo nel borsello in albergo, me lo puoi dare, cortesemente? >> 
Mary non seppe resistere e scrisse l’indirizzo su un foglietto mostrando un’abilità insospettabile, poiché scriveva e nel contempo guardava James dritto negli occhi. << Thanks dear, grazie cara >> – disse James- e le scoccò un bacio sulle labbra. Mary presa alla sprovvista cadde in deliquio e fu portata d’urgenza al pronto soccorso. Nel frattempo James era arrivato agli studi di doppiaggio e si era introdotto, mostrando il suo biglietto da visita della Smith & Wesson nella sala macchine dove, sulla moviola di lì a poco il nuovo Carosello di Ava interpretato da Calimero sarebbe passato il rallenty per il montaggio definitivo e per il doppiaggio che Sarah avrebbe curato per conto del Cliente. Fu un attimo, un lampo. Velocemente, approfittando di un attimo di distrazione dell’operatore James alzò l’intensità della lampada che proiettava la luce sulla pellicola per la lettura in slow-motion. Manovra pericolosissima, poiché poteva causare la bruciatura della pellicola e al limite, se non controllato, un incendio poiché il materiale infiammabile la faceva da padrone in quella sala. Salutò l’operatore, e in un attimo si dileguò nel traffico di Roma. Non passò neppure in albergo, andò direttamente all’aeroporto e prese il primo volo per Milano. Un taxi veloce e via nel suo appartamento sui Navigli a preparare una nuova valigia, stavolta più pesante, sarebbe tornato negli States, nella sua amata San Francisco, lontano da pulcini neri rompicoglioni e da fidanzate gelose ed isteriche, vita nuova, perdio! 
Mentre si rivestiva, con movimento riflesso accese il televisore e la sigla ormai famosissima di Carosello catturò la sua attenzione. Il filmato del detersivo tanto famoso non andò in onda, al suo posto uno scarno comunicato recitava: 
“Oggi pomeriggio un atto vandalico ha distrutto la pellicola del filmato che state aspettando. Questo gesto incosciente avrebbe potuto causare danni maggiori che fortunatamente per la prontezza dei vigili del fuoco non si sono avverati. Chiediamo scusa ai nostri piccoli telespettatori rassicurandoli, Calimero non è morto, presto tornerà, più piccolo e più nero di prima!” 
 
James capì che il suo era stato un gesto inutile, puerile. Calimero non poteva morire, era come l’araba fenice, ogni volta tornava, dopo essere stato lavato con Ava…per diventare di nuovo nero.
Rassegnato si accese l’ultima Marlboro, si stese sul letto, e aspettò. 
Di lì a poco bussarono alla porta…
 
© Franco Pucci 08/2009
 
 

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