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Che cosa sei.

 
 
 
Tu sei di cento cose ognuna:
regola e caos, ovvio e sorpresa.
Sei l’intimo dei sogni e una manifesta logica;
roccia di rabbia e sabbia di calmo approdo.
Il buio intenso e l’invadente luce.
Sei il magnifico e l’orrido, l’attesa e l’improvviso.
Sei un lupo di caccia e il caprio opulento
Sei gemma fiore frutto quanto ramo radice fusto.
Lo stomaco del falco e la sua vista.
Un uragano in furia e il fresco vento d’aprile.
Il baratro profondo su questa terra acuta
e una vetta tornita nel cielo piatto e nudo.
Tu sei l’agonia del santo e la vasta orma del male.
E sei un grido affranto ed un urlo di vittoria
Tu sei di cento cose ognuna
e tutte insieme: tu.
 
 
Tu di cento cose ognuna:
ciò che ho lasciato per somma di abitudini
e quanto mi spetterà ad ogni curva del futuro.
Sei l’intimo stame della rosa di bellezza ovvia
e la manifesta spina del dolore oscuro.
Tu sei il canto e il coro,
voce di Dio sofferta e la sua Croce.
Come uno stillicidio atroce
sei l’effimero ricoprir dell’onda sulla battigia
e tanto porti e altrettanto asporti.
Sei l’orma che immediata frana sulle dune
e la traccia indelebile dell’archetipo materno
che mi vive dentro e dall’interno figlia
cubiti di dolcezze inattese.
Sei la mia ancora e l’onda anomala che mi disancora.
Sei tutto e tutto per te è niente.
Di così grande amore ti amo,
che ti rincorro in ogni fuga e mai ti prendo davvero.
Tu sei di cento cose ognuna:
ma questa o quella non danno corpo a scelte.
 
Perciò mi occorrono ore e ore e ore
per liberarmi dal tuo semplice saluto.

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