Scritto da © Bruno Amore - Mar, 10/08/2010 - 12:16
Con cento borracce d’acqua
di fonte cristallina dolce
m’hanno mandato ieri
per il deserto accecante
sassoso e senz’altro riparo
che un ruvido cappello per coprire
sogni impossibili, infantili.
Con cento pani fragranti
ho pagato pedaggi qualunque
a chicchessia per traversare
l’arsura di bisogni inappagati
e con cento frutti furati
ho deliziato il palato secco
di voglie aliene tormentose.
In cento giorni ho consumato
l’unghie ricurve arcigne
per cento anni non avrò pace.
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