Scritto da © Stefania Stravato - Ven, 29/06/2012 - 00:04
è una stagione controvento
il lusso di rose stese sulle radici nude
di una croce. le mie braccia tra i passaggi delle rondini
e sanno già la via che scende la curva della pioggia
foglia su foglia e pieghe d'acqua. poi infilarsi cento muri negli occhi
e altezze di cupole addossate al silenzio;
ferite fasciate di ombra, ceneri di poesia. una sull'altra
a salire l'estrema punta della lontananza
e chissà se basteranno
a non sentire gli assalti del sole sulle coste dei fianchi;
ricomporre il petto che si spacca in due
quando la notte entra come calce a farsi respiro tra le labbra
bastassero ad impiccarmi
i frastuoni delle perle nel cassetto
e quella pazzia di amarci sempre uguale mai
i pezzi di mare appesi alle tombe.
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