Scritto da © Carlo Gabbi - Mar, 12/01/2016 - 05:23
Sfogliando vecchi libri
Più s’invecchia e più il ricordo dei giorni giovanili diviene importante nella nostra vita. Non parlo di cose tristi o di rimpianti, bensì di ricordi cari, vissuti al fianco di amici con cui si visse assieme i migliori anni. Purtroppo oggi, molti di loro sono null’altro che una visione sbiadita e troppo lontana per discernere i lineamenti dei loro volti.
Ma a ravvivare ricordi passati a volte, occorre un nonnulla, vi sono visioni che si presentano come accensioni spontanee e impreviste che ci appaiano inaspettate, capaci di far rivivere quei giorni lontani e spensierati, e donare al nostro animo una gioia immensa.
Eccomi al punto della mia attuale eccitazione e di come avvenne.
Sfogliavo pagine di vecchi libri scolastici e tra di esse, giallastre e ripiene di vecchie fatiche e odori, ho ritrovato una “Stella Alpina”. Era fresca e viva come non mai, ed è ritornata a me dopo essere stata sepolta e ben custodita per un’eternità, un buon settant’anni, sin dal giorno che la misi in quel libro per conservarla.
Questo è un fiore raro, uno tra i più preziosi e belli che esistono, e che per coglierlo occorre una sfacciata fortuna e una lunga sgambettata di un giorno intero, prima di poter raggiungere quel luogo che sta arrampicato lassù, tra il cielo, che è possibile raggiungere unicamente se si è in possesso delle piene forze fisiche giovanili.
Questa fu la mia prima considerazione, poi con più calma ritornai con il pensiero a quel giorno lontano, che è ancor vivido nel mio ricordo. Mi sono rivisto giovane, con lunghi capelli accarezzati dal vento e sorridente, come lo ero spesso allora, enormemente felice di essere lassù, tra quegli alti picchi delle nostre belle Alpi Carniche.
Ricordo la mia sfacciata fortuna di quel giorno e un po’ l’invidia dei miei amici quando ritornai da quegli alti picchi tra le rocce. Avevo un tesoro nelle mie mani, ma che poi, ritornato in paese, donai ad essi come ricordo di quel giorno passato assieme.
Quanta nostalgia è ritornata in me con quel fiore. Sento ora più che mai la mancanza di quei monti, che allora erano pure miei, svettanti nel cielo blu. Odoro la fragranza di resine e la purezza dell’aria all'intorno. Un sogno a occhi aperti nella speranza di poter essere nuovamente lassu, perso tra quelle alture ammirando quel vasto esteso panorama, e di lassù, cercare tra quei piccoli paesi lontani, anche il mio, piccolo ma tanto amato.
All’ora ero molto giovane, e il vagare tra cime e malghe era la cosa che più desideravo. Era una gioia semplice che mi donava tenerezza, perché qualora ero tra le alte cime dei miei monti mi sentivo più vicino a Colui che così prodigamente aveva creato tale magnificenza per noi.
Ora sono qui, vecchio e pensieroso. I miei ricordi vagano mentre guardo e accarezzo questi petali vellutati, che sono ancora nel fulgore della loro gloria. Più che mai mi sento nostalgico e il mio cuore rigurgita d’amore delle mie belle montagne. In questi pensieri mi ritrovo nel pieno della mia gioventù, Purtroppo tutto, come quel fiore è null’altro che un ricordo molto lontano.
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