Pensieri di un Novantenne .Memorie di mia madre | Prosa e racconti | Carlo Gabbi | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

To prevent automated spam submissions leave this field empty.

Commenti

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Nuovi Autori

  • laprincipessascalza
  • Peppo
  • davide marchese
  • Pio Veforte
  • Gloria Fiorani

Pensieri di un Novantenne .Memorie di mia madre

RICORDI DI UN PICCOLO MONDO
Era una notte di plenilunio e la luce argentata si riverberava sulle calme acque di quella baia equatoriale delle isole Fijane. Tutto sembrava immobile e si poteva unicamente udire il gentile sussurro che il mare produceva nel suo continuo rompersi ritmicamente sulla spiaggia sabbiosa.
Quella calma induceva alla meditazione. Sentii che quello era un luogo magico capace di ricondurmi in tempi lontani e per incanto divenni nuovamente parte della mia vita passata. Erano quei pensieri che esistevano assopiti in me da lungo tempo per l'accumularsi di mille altri problemi passati, che ora, quasi per magia riemergevano a nuova vita grazie al tiepore di questo luogo tropicale incantato. Guardavo dentro il cosmo che si trovava al di sopra di me e la brillantezza delle innumerevoli stelle che gareggiavano tra loro per luminescenza, insieme all’argenteo splendore della luna, che in quel momento stava raggiungendo la sua pienezza nella quasi completa rotondita`. Ero attratto da quella totale luce degli astri che brillavano al disopra di me ed ascoltavo in silenzio il messaggio che mi inviavano mentre apprezzavo le innumerevoli bellezze del creato. Guardando ed ammirando quanto il cielo mi stava offrendo, sentii allo stesso tempo discendere in me una calma spirituale, e silenziosamente e con grande umilta` dissi grazie a Dio, il Creatore di quella immensa omminescenza che rinnovava a noi mortali lo splendore della sua creazione. Umilmente mi prostrai al Suo cospetto, e io lo accettai come l’Onniscente, mentre ammiravo e godevo tutte le bellezze di questo meraviglioso universo.
Il silenzio e la solitudine che mi attorniavano fecero aprire quel polveroso scrigno che conteneva quei vecchi pensieri, amori, passioni di giorni molto lontani e, rileggevo il libro, nel quale il mio passato era stato scritto, e a occhi semichiusi potevo rivivere i momenti di felicita` che erano rimasti inconsciamente vivi in me.
Ora il mio pensiero era nuovamente libero di vagare, di sognare, di vedere tutte quelle cose nello stesso modo in cui le avevo vissute in passato. Ero ritornato nuovamente il ragazzo felice di allora. Mi vedevo correre tra il verde intenso di quei campi che circondavano la casa di mia Nonna Gigia.
Ed inoltre, poco discosto, potevo vedere me stesso, il mio io odierno, che studiava quel fanciullo in cammino su quella ripida scorciatoia che conduceva attraverso la foresta di abeti alla mia meta, al vecchio Forte. Era ancora la`, reale ed imponente. Si, era la stessa Piccotta come la ricordavo nella mia visione del passato, quella Fortezza che era stata eretta nei secoli passati, ma che, sebbene diroccata, era ancora forte ed altera, capace di proteggerci da tutti i mali e cattiverie umane.
Mi rivedevo ancora fanciullo, mentre mi arrampicaco verso la cima del colle, ed in quel salire la mia mente poteva liberarsi dalle nubi cupe che oscuravano l’inmane cumulo dei ricordi acumulatesi in una lunga vita, la quale comprendevo era la mia, di fronte a me, e pronta a rivelarmi quei molti sogni che si erano realizzati e pure quelli che mai avevano dato frutti... E attraverso lo scosceso ed arduo cammino che mi conduceva alla Picotta potevo rivivere quei ricordi lontani. Sbuffavo per l'enorme fatica nel salire, sentivo il bisogno di quel salubre e puro ossigeno montano capace a rigenerare in me la nuova vita. Quell'ossigeno era fresco ed invitante, che emanava il profumo della pece dei molti larici che incrociavo lungo la via. Inalavo nuovamente, a pieni polmoni mentre l'aria fresca è salubre scivolava in me, intrisa del mistico profumo della spessa resina. Ed era cosi` attraverso quella magia che riudivo la fiaba che mia madre mi raccontava spesso da piccolo, quella fiaba che usava raccontarmi quando ero piccino, la quale narrava di come quei larici secolari conoscessero tante cose di noi. E attraverso quel percorso a ritroso nella memoria potei creare l’atmosfera ideale, riempiendo la mia anima con quel necessario ossigeno, l’aria piu` pura, capace di rigenerare un nuovo me. Mi sentivo di nuovo esuberante nella forza della mia gioventu`, pieno di vita e gioia.  Sentivo di essere lontano dalla soffocante realta` dell’esistenza dove bisogna pagare le penalita` per ogni passo che si fa` nella nostra vita. Avevo dimenticato i mille affanni che ci giungono ogni giorno, le molte sfortune accumolatesi durante anni di sacrifici nel tentativo di arrivare alla meta voluta. Mi sentivo ora libero da quella vita caotica e capivo di aver lasciato dietro di me la pesantezza delle passioni. Avevo abbandonato quel pesante fardello la`, in Australia, il giorno in cui insieme a mia madre giunsi in questo magnifico paradiso equatoriale. Ero rinato e decisi allora, almeno per un certo tempo, di essere indulgente con me stesso e per una volta sola di essere capace di pensare unicamente a me stesso, e di finalmente realizzare il desiderio di poter donare a mia madre quella serenita` nella sua tarda esistenza dovutale per l’aver sofferto tante durezze nei tempi passati.
Si, lo potevo notare ora, il modo in cui questo paradiso tropicale era capace di catapultarci, Mamma ed io nella stratosfera della felicita` nell’essere nuovamente uniti nella vita. Era una gioia l’assaporare di essere uniti in quello stato armonioso di Madre-figlio, e trovai con piacere che lei inconsciamente si stava ammorbidendo dalla sua usuale testardaggine.
Lei, per tutta la sua vita, è rimasta una donna fiera ed altezzosa, indistruttibile come un diamante, ma ora finalmente compresi che si smussavano quegli angoli acuti della durezza di carattere che si era imposta per decenni, e lentamente accettava la sua nuova posizione, conscia di essere vecchia. In questo modo, silenziosamente mi lasciava prender il comando della sua fragile vita e senza proteste lasciava che la guidassi entro quella piu` calma esistenza di cui aveva bisogno.
Non posso negare quanto questa situazione mi dava piacere. Finalmente sentivo che le potevo essere di aiuto, e lei graziosamente mi fece comprendere di essere felice di questo nostro non discusso arragiamento e di essere alquanto felice nel modo in cui trascorrevamo insieme quelle vacanze. Quello adesso era per me il ringraziamento a lei per tutti i sacrifici che aveva fatto nei vecchi giorni della mia infanzia.
Durante queste ultime settimane abiamo parlato di molte cose. Particolarmente del passato e di quelle poche volte che fummo insieme in piena felicita` e serenita`, quei momenti in cui si ebbe il privilegio di vivere una vita completa ed armoniosa.
Sfortunatamente si era nati nel tempo sbagliato, quando guerre e fame erano tutto all’intorno e per un periodo troppo lungo. Ci volle molto tempo per riavere quanto si perse durante la guerra ed anche pazienza, duro lavoro ed anche una lunga separazione. Sicche` durante quel lungo periodo di tempo diventammo vecchi nel nostro spirito, perdemmo i molti piaceri che nella vita sono riservati alla gioventu` mescolandosi in danze e riunioni con amici, in posti frivoli oppure nell’andare assieme a visitare paesi nuovi, conoscere nuova gente e civilizzazioni e curiosare nei magnifici luoghi sparsi nel mondo.
Nonostante tutto il nostro piccolo mondo ci offri piccole e poetiche cose che ci rallegrarono ugualmente. L’amore famigliare è pur sempre capace di abbellire ogni cosa che si conosca e capace di trarre felicita` da quelle piccole cose di cui ci si sa` accontentare.
Parlo ora dei giorni prededenti la seconda guerra mondiale. Quei giorni furono i migliori nella mia vita, fin dove riesco ad andare con la memoria, quando sgambettai i miei primi passi, ed incuriosito mi guardavo allintorno per vedere cosa la vita mi avrebbe riservato.
Realizzo che devo muovere indietro l'orologio del tempo, cosi' che possa scrutare meglio dentro quelle prime memorie ed esperienze della mia vita, anche se a volte possono essere nebulose, ma pur sempre cosi' ricche di amore e di valore sentimentale. Mi piace rivedermi nelle mie memorie passate e rivedermi giovane e sento il bisogno di poter ricreare nuovamente quegli anni della mia infanzia, al periodo delle vacanze estive che io e Mama Antonia trascorrevamo di solito nella casetta di Nonna Gigia in Tolmezzo.
Ricordo bene quei luoghi con tanta nostalgia e con tanto amore per mia madre.
Oggi è l’anniversario di tutte le madri. E` Mothers Day. Non importa se sono ora Novantenne, il, tempo nin mi ha mutato. Ugualmente oggi, col pensiero ti sono vicino e mi piace ricordarti, come eri allora, negli anni che ero fanciullo. Eri bella, coraggiosa, piena di altruismo verso il prossimo.  Ti rivedo cosi` e ti ringrazio di essere esistita e di avermi creato. In tutto il mio lungo cammino hai saputo infondere in me amore, hai saputo indirizzarmi indomito, come lo eri tu, come lo erano tutti i Tullio, Nonna Gigia, suo padre (e mio bisnonno) Francesco, e la bisnonna Maria.
Grazie a tutti voi. Mi sento privilegiato di discendere da tutti voi, e di aver parlato di voi nei miei scritti passati.    

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 0 utenti e 3128 visitatori collegati.