PARTE TRE
Lorenzo riempì nuovamente i loro calici ed invitò Gianna a bere.
‘Come vedi nella nostra vita esistono sempre imprevisti, a volte belli, altri meno. Ora voglio che tu comprenda quale è veramente la tua situazione attuale. Sappi che può esistere il pericolo nel buon proseguimento del tuo matrimonio con Paolo. Da come stanno le cose, al momento non so cosa prevedere, e nemmeno tu lo puoi. Per il raggiungimento di questo è necessario una lunga colloquio tra te e lui e dipende da quanto siete preparati a concedere l’uno all’altro. Ma posso dirti che in qualsiasi modo le cose finiscano, tu e tue figlie avrete sempre il mio affetto ed il mio supporto morale.’
‘Grazie, papa`, grazie di essermi vicino. Ora ti chiedo unicamente un’altra cosa, dammi tempo sicché possa considerare la situazione. Al momento, desidero continuare questa conversazione che ci affiata e ci accomuna[CG1] , facendoci[CG2] sentire più vicini. Ma dimmi una cosa, perché mai hai voluto parlarmi del tuo amore per Margot? Quello era il tuo segreto. Forse rinvangando quei lontani ricordi, quell’amore può infliggerti nuovi dolori. Naturalmente non posso giudicare, conoscendo troppo poco di lei.’
‘Si, Margot! La amo ancora come non mai, e credo che pure lei mi ami altrettanto. E` una storia alquanto lunga. Occorrerà tempo a te per poter comprendere i miei sentimenti verso Margot. Ma sappi che parlare di lei è sempre un grande piacere.
‘Ora abita a Londra con suo marito. Al tuo ritorno in quella citta, ti darò il suo indirizzo perché desidero che le porti i miei saluti e in quel modo possiate divenire amiche.’
‘Grazie Lorenzo Mi farà piacere conoscerla. Deve essere una donna straordinaria per averti saputo conquistare e donarti felicità. E poi, sì, se vuoi possiamo parlare per tutta la notte.’
‘Meglio allora che attizzi il fuoco nel camino e che prenda un’altra bottiglia di Verduzzo per tenerci compagnia durante la lunga notte. Ti ho detto che molte volte mi sento solo? Quassù, nel biancore invernale vivo da eremita, quando voi tutti siete in città. Credimi, sarà piacevole per me raccontarti i segreti della mia vita.’
Ritornando dalla cantina Lorenzo stappò la bottiglia e riempì nuovamente i calici col vino dorato, aggiunse poi due pezzi di legna sulle braci del camino, poi mise una coperta sulle gambe di Gianna.
~ * ~
‘Ed ora sono pronto a raccontarti di Margot. La conobbi durante una delle mie esplorazioni dei mercati asiatici per la nostra industria. Era per noi Paramount potersi stabilire sui mercati cinesi di Hong Kong che ci avrebbero aperto le porte dei mercati Cinesi, nella previsione che entro breve tempo avrebbero raddoppiato il nostro giro di affari. Attraverso l’ambito commerciale della nostra ambasciata in quella città, che in quei giorni era ancora una colonia Inglese, potei stabilire i primi contatti ed un paio di mesi più tardi organizzai un meeting con una ditta locale, per presentare la nostra offerta per aprire una nostra succursale in quel luogo. Eravamo disposti a fornire l’equipaggiamento e tutta l’assistenza tecnica, per essere a pari interessi con un’industria locale per aprire una nuova fabbrica e produrre localmente i prodotti che avrei presentato.
‘Naturalmente sapevo di aver bisogno dell’aiuto di un negoziatore che conoscesse bene la lingua e costumi cinesi per negoziare con quegli scaltri uomini di affari.
I loro criteri di iniziare le trattative di affari sono alquanto differenti dalle nostre e sono rimasto stupito nel conoscere che sono basate principalmente sulla valutazione della personalità di colui che siede davanti a loro. Nonostante questa consapevolezza fui sbalordito dalla loro prima richiesta. Sai quale fu la loro prima domanda?’
‘Be penso desiderassero conoscere quale fosse il volume di affari della vostra ditta, suppongo...’
No` tutt’altro. Fu qualche cosa che mi prese alla sprovvista. Mi chiesero di far veder loro la foto di mia moglie e dei miei figli! Mai, in tutti quegli anni che ero in giro per il mondo in affari, avevo ricevuto una tale richiesta!’
‘E tu avevi con te qualche foto di Rosina e dei tuoi figli?’
‘No, naturalmente. Foto del genere non le ho mai tenute nemmeno nel mio ufficio.’
‘Ed allora?’
‘Ecco che allora comparve Margot, che era la consulente d’affari consigliatami dal Consolato Italiano di Hong Kong. Suo padre aveva appartenuto al Consolato Inglese per lungo tempo. Negli ultimi quarant’anni aveva rappresentato gli interessi Britannici in diverse città del Medio Oriente e altri maggiori paesi Asiatici. Margot aveva vissuto la maggior parte della sua vita nei paesi arabi-asiatici ed aveva una buona conoscenza sia dell’arabo come del mandarino e conosceva bene gli usi e costumi di quei paesi.’
‘Dunque, quella fu la sua prima apparizione nella tua vita?’
‘Si Gianna. Margot comprese la mia ignoranza delle usanze cinesi, quindi iniziò un lungo discorso, in Mandarino. Ancor oggi non so` esattamente dirti cosa dissero tra loro, ma alla fine risolse tutto e mi chiese di iniziare le mie trattative e spiegare attraverso i molti grafici e disegni che avevo con me quale fosse veramente la capacità della nostra ditta ed i vantaggi della nostra cooperazione sul piano produttivo e finanziario. Naturalmente durante tutto il tempo della mia presentazione tecnica Margot fu costantemente al mio fianco. Trovai che la sua preparazione di terminologie tecniche era formidabile e capace di far comprendere pienamente a quel gruppo di affaristi, tutto quanto avevo desiderato. Speravo di poter consolidare entro alcuni giorni tutti i negoziamenti necessari perché quel contratto era di vitale importanza alla nostra futura espansione commerciale.’
‘Allora fu merito di Margot se concludesti quelle trattative?’
‘Certo il suo aiuto fu enorme, anche se che non arrivai in quei giorni alla stesura del contratto così rapidamente come avrei voluto. Ma il problema era che non conoscevo molto i loro costumi ed il modo in cui i cinesi conducono i loro affari.’
‘Sarebbe a dire, Lorenzo?’
‘Quella sera stessa Margot venne al mio hotel, e cenammo assieme e lei ebbe la pazienza di spiegarmi come gli affari sono condotti nei paesi asiatici. Era sicura che le trattative preliminari erano giunte a buon punto e che entro tre mesi avrei ricevuto da parte di quel consorzio la richiesta di ritornare ad Hong Kong per la stesura del contratto finale.
‘Tre mesi?’ chiesi a Margot ‘Ma è un’eternità!’
‘Mio caro Lorenzo,’ mi rispose, ‘I cinesi sempre prendono il loro tempo come loro consuetudine. Quindi abbi pazienza. Ad ogni buon conto avremo modo avrò piacere di rivederci in tre mesi di tempo e non dimenticare di portare con te quelle benedette foto della tua famiglia. E` quanto ho promesso a loro che tu farai. Nel mondo cinese la buona relazione famigliare è indice di sicurezza nella vita degli affari. In questa faccenda i cinesi ci tengono molto. Sicché se vuoi vedere il tuo contratto firmato porta quante più belle foto hai con le loro facce sorridenti.’
‘Toglimi una curiosità, Lorenzo. Fu durante quel pranzo assieme che incominciasti a corteggiare Margot?’
‘No. Quella sera stessa Margot andava a Dubai per affari. Poi io in quei giorni non ci pensavo nemmeno a corteggiarla, sebbene avessi trovato che Margot era la più bella donna che mai avessi incontrato nei miei viaggi di affari prima di allora.’
‘Come vedi sono un po` impaziente, Papa`... Ed allora?’
‘Tutto avvenne molto più tardi e non lo fu nemmeno al mio ritorno ad Hong Kong per la dovuta firma dei contratti. Naturalmente durante quella settimana che restai in Hong Kong io e Margot passammo molto tempo insieme e lei mi fece conoscere i posti più caratteristici di quella metropoli e andammo pure per due giorni a Taipei, ma credimi in quella occasione dormimmo in letti separati, anche se mi rendevo conto che mi stavo invaghendo di lei. Ti ho già parlato di quanto fosse stupenda, gioviale, affascinante... be` non so che altri aggettivi dovrei usare per presentartela nella sua esuberante capacità come DONNA... Si era donna e ben scritto a lettere maiuscole. Ma lo comprenderai meglio quanti più particolari conoscerai della mia adorata Margot.’
‘Scusa se ti interrompo papa`... Ma perché, se eri così innamorato di Margot non la sposasti lì sui due piedi?’
‘Nella vita si commettono sempre degli sbagli, e credimi, mia cara Gianna, quello fu l’errore maggiore che commisi e che ancor oggi non mi dà pace. Ma lascia che prosegua la storia. In questo modo te ne renderai conto da te stessa.’
‘Va bene Papa`... La tua storia mi affascina e desidero di conoscere tutto del tuo amore. So benissimo che me lo racconti non per vanagloria ma semplicemente perché pensi che queste tue esperienze possano aiutarmi nella mia vita futura. Non è forse così?’
‘Brava, vedo che stai arrivando da sola alla conclusione.’
‘Papa, per favore dammi un altro goccio di quel Verduzzo, quello mi aiuterà a considerare meglio i tuoi suggerimenti, anche se per ora sono un po` velati.’
‘Bene ora ti racconto come passai quella mia prima settimana assieme a Margot. L’esserle vicino mi cambiò completamente, ora dopo ora, giorno dopo giorno mi innamorai di lei, del suo fascino, della sua estrema gentilezza. Capii che era una perla rara. Ma come ben sai non sono mai stato quel tipo di dongiovanni capace di adulare la donna, conquistarla e poi averla come preda da consumare sul letto dell’amore. No, nella mia concezione dell’amore, ho sempre posto su un piedistallo privilegiato la mia donna, su cui riversare tutto l’amore, forse anche con umiltà, rispetto e stima. Poi consideravo pure la nostra differenza di età, ero di ben vent’anni più anziano di lei, le potevo essere quasi padre e non volevo essere considerato poco rispettoso o voler trarre vantaggi personali chiedendole di essere amanti. Comprendi cosa voglia dirti? Insomma aspettavo da lei quel cenno di consenso, quell’invito, anche se sottinteso, prima di rivelarle quanto veramente stava nascendo in me ed il desiderio di averla e di amarla come l’essere più dolce dell’intero universo.
‘Sentivo che lei aveva compreso i miei sentimenti, ma attendeva che fossi io a dichiararli apertamente. Sicché questo fu tutto quanto accadde nella nostra prima settimana. Trasmettemmo l’un l’altro unicamente velati e non dichiarati sentimenti reciproci di desiderio.’
‘Vedo come tu sia molto differente da Paolo! Tu un gentiluomo e lui, mio marito un vero mascalzone. Mi chiedo allora da chi mai lui ha preso tutto ciò?’
‘Molto probabilmente da Rosina, sua madre. E penso sia ora giunto il momento di rispondere alla tua domanda. Perché mai se ero tanto innamorato di Margot non lasciai Rosina e la famiglia per cercare la felicità con Margot.’
‘Mi fa piacere che tu mi dica ora cosa avvenne davvero dietro le quinte, ed il perché, alla fine Margot non sposò te ma bensì un altro uomo.’
‘L’amore che era nato tra me e Margot ci portò a vivere una relazione che continuò per tre anni e ci svelò una grandissima felicità. Bene dopo quei tre anni giunsi alla conclusione che era arrivato il momento di porre fine al mio matrimonio con Rosina ed iniziare una nuova vita. Sicché al rientro da uno dei miei soliti viaggi di affari e dopo aver trascorso alcuni giorni con Margot, mi decisi ad affrontare il discorso con mia moglie.’
‘Bene, e cosa successe?’
‘Eh, mia cara Gianna, mia moglie come al solito seppe argomentare che ero troppo egoista, che la famiglia, Paolo e lei ne avrebbero sofferto, e di quanto entrambi mi volevano troppo bene, e che quella separazione sarebbe stata causa di un profondo sconforto fisico e morale. Mi chiese di riconsiderare la cosa, di dar tempo al tempo. Così promisi di darle ancora alcuni mesi, prima di decidere la nostra separazione. Ma quando ormai era troppo tardi mi resi conto che non era l’amore verso di me che la faceva agire in quel modo, bensì era l’amore per quel sacco di quattrini che continuamente poteva spillarmi per mantenere la sua bella vita, che ora vedo è simile a quella odierna di Paolo. Cupidigia mia cara, null’altro che denaro, soltanto quello è quanto che l’abbia tenuta legata a me per oltre quarantacinque anni. Ha sempre finto di amarmi, perché` io ero l’unico che poteva mantenerla in quell’agiatezza che ben poche donne conoscono. Poi come sai bene, alla fine, quando trovò colui, di cui si invaghì, mi piantò la sui due piedi. Io purtroppo avevo ormai perso Margot. Lei era troppo donna, aveva bisogno di essere amata, ed avvenne che un giorno rimase incinta. Ne parlammo e capii che aveva diritto alla sua vita, ad avere una famiglia, a quelle tenerezze che un marito le poteva donare. Dovetti accettare il fato e sebbene con rimpianto lasciai che la sua vita continuasse senza di me.’
‘Papà, quanto mi dispiace di conoscere come finì, sebbene vedo quanto tu sia ancora innamorato di lei. Ma voglio sentire cosa successe tra te e lei dopo che ritornasti da quel secondo viaggio ad Hong Kong.’
‘Bene i fatti principali di quella storia appartengono ad un altro capitolo, che te lo narrerò al più presto. Ora voglio solo aggiungere che Margot, prima che la lasciassi mi disse, ‘Ci rivedremo in due mesi. Vado a Londra da mia madre, ma passerò prima da Milano. Desidero che tu mi porti a visitare quei laghi magnifici che avete lassù tra le Alpi. Avremo modo di conoscerci meglio e dar inizio a qualcosa di più profondo di una semplice amicizia.’
‘Erano promesse velate, erano un invito all’amore, erano la promessa ad una vita capace di donare quanto più gradito esiste nell’unione tra un uomo ed una donna. Questo è quanto volentieri ti racconterò con gran piacere, mia cara ragazza.’
Fine parte 3
- Blog di Carlo Gabbi
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