Introduzione al racconto
Yesterday and today (Ieri e oggi)
Immediatamente dopo la fine della seconda guerra mondiale vi fu un esodo d’immigrati che si riversò dai loro Paesi europei, devastati da lunghi anni di guerra, verso la lontana Australia, che li accolse con animo di fratellanza.
Questa gente proveniva dalle più diverse classi sociali, e cercava di ricreare per loro e le loro famiglie, un nuovo futuro in questo paese che li aveva accolti benignamente.
Mescolati tra i nuovi arrivati, vi era pure un disparato numero di rifugiati politici, che lasciavano alle spalle la brutale invasione comunista che aveva annesso il loro paese alla Russia, territori che prima furono soggettati dal Terzo Reich, a genocidi durante i giorni di guerra, e lo erano nuovamente sotto la nuova dominanza russa.
In questa mia storia si riflette la vita di alcuni di questi rifugiati, che cercarono di assimilare la vita di questo paese amico e tradizionalmente democratico, che prometteva loro un’esistenza per il futuro, e la speranza per un migliore domani.
Avvenne come una rivelazione, di come un fragile passato degli ultimi giorni di guerra, riapparvero improvvisamente innanzi a me, il giorno in cui andai da mia madre, che allora viveva in Newcastle. Australia.
Fu durante quella visita che mia madre mi confidò:
“Ho un nuovo vicino di casa, ma come lo incontrai casualmente, mio sono resa conto che lo incontrai casualmente durante l’ultimo anno di guerra in Italia. Se è veramente chi credo, quell’uomo cerca di nascondere il suo passato. Nel rivederlo in Australia ebbi un sussulto e il mio pensiero mi riportò indietro nel tempo, e in fronte a me si ripresentò il Comandante Tedesco della guarnigione di Tolmezzo in Carnia, il quale era uso a venire con altri ufficiali tedeschi nel bar che io gestivo.”
Presto, quello strano personaggio, si dileguò nel nulla, rapidamente e misteriosamente com’era apparso nella casa attigua a mia madre, mantenendo attorno a se quell’aureola di segreto che si era ormai creata nel mio pensiero.
A lungo rimase in me quel ricordo e più volte il mio pensiero ritornò sul racconto di mia madre riguardo quegli ultimi giorni di guerra e della veracità su quell’uomo, l’allora comandante tedesco e della sua possibile responsabilità sull’uccisione di diversi patrioti italiani.
Mi domandai allora se quella fosse la vera ragione del suo continuo nascondersi qui, in questa terra che è ben nota nell’essere liberale e democratica. Si può intuire il suo terrore di essere riconosciuto e incolpato dell’uccisione d’innocenti nella scorsa guerra. Era quella la ragione per cui rimaneva brevemente nello stesso luogo, nella speranza che nessuno riconoscesse la sua vera identità?
Sebbene la mia storia segua un filo fittizio di narrativa, molti dei fatti che andrò a narrare sono avvenuti anche se non necessariamente nei luoghi da me descritti o nell’ordine cronologico in cui li racconto.
Si sa bene che l’ultimo anno di guerra fu teatro di cose inaudibili di orrori e violenze.
Occorsero anni, dalla fine delle ostilità belliche, per comprendere e accettare quei fatti funesti, sebbene molti rancori e passioni sopravvissero la vita di molti che alla fine portarono i loro segreti nella tomba.
Storie ripiene di passione, lotta, rancori e amori. Storie mai accennate in vita, neppure ai propri figli, poiché in quei giorni lontani le cose personali rimanevano tali, senza essere sbandierate ai quattro venti per vana gloria di pubblicità, oppure venduta per pochi denari ai rotocalchi cittadini.
Spero con questo racconto possa darvi una visione reale di quei tempi passati. Buona lettura!
- Blog di Carlo Gabbi
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