Intorno al Golfo del Messico - Versione Italiana - Parte Quinta
Si era esausti dalle fatiche ma giubilanti per aver raggiunto la nostra destinazione. Era una incredibile sensazione il sapere che ero il primo straniero a mettere piede su quel luogo sacro per i Maya, una citta` di tale magnitudine e abbandonata da lunghi secoli dai suoi abitanti.
Pensavo all’enorme fatica dovuta per la costruzione di quel luogo, considerando l’estremo calore e umidita` a questa latitudine. Lavorare in quelle terribili condizioni climatiche deve essere stato estenuante.
La citta` si estendeva sopra una larga area ma noi, dal luogo in cui eravamo accampati, potevamo vedere unicamente una minima parte, essendo la nostra vista oscurata dalla rigogliosa crescita della foresta, che durante i secoli, si era impadronita della stessa citta`, oltre il perimetro delle vecchie mura, chiudendola in uno stretto nodo di fitta vegetazione.
Gli alberi erano giganteschi inalzandosi oltre una trentina di metri, e il fogliame talmente fitto che creava una semi oscurita` alla base. Le radici di quei Fig trees scendevono dalla meta` del tronco come mostruosi tentacoli, per poi alla base, scorrere lungo la china della collina, impossesandosi dei vecchi canali di drenaggio che portavano l’acqua in vasche sotteranee.
Il punto del nostro bivacco si trovava approsimitivamente al centro della citta` ed era ombreggiato della piramide. Da qui si poteva notare nella distanza, le rovine di monumenti di una certa consistenza, che sembravano distrutti dal fuoco, propagatosi nella citta`dopo l’abbandono. Quei ruderi, prima dell’abbandono, erano stati ricoperti con terriccio, questa era una vecchia tradizione Maya, per tenere racchiusi negli abitati gli spiriti dei loro avi, sicche` rimanessero a proteggere il luogo dalle divinita` maligne, dopo l’abbandono.
La piramide troneggiava immensa, salendo dal suolo in sette alti scalini, nelle consuetudine Maya, e alla sommita` si trovava eretto un ampio tempio.
Era da presupporre, considerando la mole di questa costruzione, che la piramide fosse stata costruita per preservare i resti mortali dei passati regnanti della citta`. Attorno alla base della piramide si notavano, rovesciate sopra il suolo alcune sculture e macerie varie di terriccio e arbusti, accumulatosi nel lungo tempo, che aveva semiseppeliyo oggetti di valore inestimabile.
La totale negligenza assieme all’oppressiva immobilita` creava Il senso di abbandono del luogo. Nonostante questa completa decadenza ebbi ugualmente l’impressione che il nostro futuro lavoro ci avrebbe donato una piacevole ricompensa.
La nostra prima necessita` fu di trovare un luogo adatto, dove poter erigere il nostro accampamento che avesse nelle vicinanze una abbondante raccolta d’acqua, indispensabile alla nostra vita quotidiana.
Come primo lavoro, dopo una dovuta ricognizione, fu di prepare la pianta del luogo, che ci avrebbe permesso di organizzare con un certo criterio la priorita` di lavori futuri.
Trovammo sin dall’inizio che nostra nuova vita alla Citta del Sole, era interessante e eccitante. Mi proponevo, non appena si fosse propiamente organizzati, di iniziare i nostri lavori di ricerca usando i nostri accompagnatori Maya, per l’arduo lavoro degli scavi.
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Erano passati due anni dal giorno del nostro arrivo alla Citta del Sole. Da allora si aveva progredito molto nelle nostre ricerche, ma ugualmente si aveva solamente scalfito la superficie delle possibilita` offertaci delle immense ricchezze di valore storico e archeologico dei nostri ritrovamenti.
Era stato costruito un villaggio che poteva accomodare un riguardevole gruppo di ricercatori. Si era ora una sessantina di persone, con un solido gruppo di studenti inviati dal governo Messicano, come parte della loro cooperazione nelle ricerche. Questi giovani lavoravano sotto la supervisione del Dottor Velasques, che li aveva suddivisi in gruppi assegnandoli nei diversi luoghi di scavo dei monumenti di maggior importanza della citta`.
Durante questo lavoro erano venuti alla luce ritrovamenti di importante valore Maya. Era un planetario usato per le ricerche astronomiche, per lo studio dei movimenti del sole e delle stelle. Questo planetario aveva un sofitto arcuato con diverse feritoie aperte sulle pareti che permettevano di studuare il movimento della stelle durante le lunghe notti estive. Con buona conoscenza della posizione del sole, l’osservatorio era stato allineato sulla direzione del tramonto durante la stagione estiva.
Le pareti dell’osservatorio erano adornate con affraschi, che rappresentavano la vita dei regnanti.
In buon stato di preservazione vi era il ritratto di un giovane re, seduto sul trono che presentava la forma di una doppia testa di Jaguaro, come immagine del suo potere, mentre riceveva le offerte da parte dei suoi sudditi. Trovai che questa immagine presentava similarita` a murali apparteneti alla civilizzazione Egizia. Tali similaritudini facevano intravvedere la possibilita` di quanto ci fu detto durante l’apparizione di Lord Pascal. In quella occasione ci rivelo come diverse civilizzazioni del suo tempo fossero nate al tempo che la Citta` di Atlantide venne sommersa nelle profondotita` degli oceani. Era la citta` che Lord Pascal diceva di provenire, e che udimmo dalla sua voce, attraverso i poteri magici del nostro Vecchio Sacerdote, che convoco` il suo spirito innanzi a noi.
In altri scavi furono trovati utensili domestici di varia natura, apparteneti alla vita quotidiana dei Maya. Questi oggetti, una volta raccolti, erano debitamente catalogati e riposti sopra appositi scaffali, in un capannone che era stato costruito per tale uso.
Maria ed io si dedicava il nostro tempo nelle ricerche inerenti alla piramide, e sino ad ora il nostro lavoro era stato fruttuoso ripagandoci con piacevoli sorprese. Si era giunti alla conclusione che questo monumento era stato eretto come mausoleo e tomba del Re, Lord Pascal, Il capostipide dei reganti della Citta` del Sole. Nel Tempio esistevano diversi murali che evidenziavano la potenza e l’opulenza accumulata nei vari secoli di potere dei sovrani.
Questo Tempio si trovava sulla sommita` della piramide, ed dedicato a Lord Pascal. Le pareti erano state intonacate, prima di essere affrescate in semplici colori di bianchi, ocra e neri, che davano vita a graziosi ritratti di vita campestre e scene di caccia dei signori locali.
Sulla parete opposta esistevano altri affreschi che rappresentavano invece un porto che appariva a una certa distanza dalle mura della citta`. All’ancoraggio si vedevano diverse grandi barche attraccate al molo, mentre molte persone erano affacendate in vari lavori all’intorno. Molto probabilmete il luogo rappresentato era null’altro che L’Isola dei Pescatori, a poche miglia distante dalla citta` e, questo luogo appariva in quei tempi, essere un nodo importante di affari della citta` stessa, capace di mantenere i contatti con il resto del mondo conosciuto allora.
Era la gente rappresentata sui murali la popolazione che proveniva da Atlantide stessa? Oppur erano unicamente commercianti che venivano per scambi commerciali nella citta`?
Era difficile l’accreditare la cosa. Le nostre erano unicamente supposizioni, ma questo e` sempre stato il modo degli archeologi per valutare i ritrovamenti, presumerli come prima cosa, sino al giorno che si troveranno le evidenze necessarie.
Il pavimento del tempio era ricoperto con pietre ben levigate che finivano al centro in un largo pezzo monolitico, ben cisellato che presentava in bassi rilievi, complesse immagini sacre rappreaentanti il serpente piumato, mitica figura della loro religione. La raffigurazione di maggiore importanza presentava il tramonto del sole sopra la citta`, figura alquanto inlustrativa che dava il nome alla citta` stessa.
Era questo il messaggio volutamente lasciato alla posterita`, per gente come noi, approdati dopo centinaia di secoli e ansiosi di poter svelare i segreti lasciataci da loro? Forse quel messaggio venne imposto dalle loro divinita`.
Ci trovavamo quindi con innumerevoli domande e ben poche risposte, ma quello era appunto il pungolo che ci spronava, giorno dopo giorno, a perseverare nelle ricerche delle mille nuove congetture. Quanto mi stavo arrovellando di scoprire era quale fosse il messaggio che l’artista aveva lasciato a noi da decifrare, interpretando il basso rilievo scolpito sopra quella larga pietra monolitica, che formava il pavimento del tempio.
Certamente la piramide era stata costruita con una ben voluta ragione, ed era naturale credere che all’interno di essa fosse stata ricavata una larga camera interna, sia per custodire i segreti della citta` o altre ragioni religiose, Purtroppo sino ad ora, dopo due lunghi anni di paziente ricerca non ero riuscito a trovare una possibile entrata, che ci avesse condotto all’interno.
Quello era il punto interrogativo. Pensavo che avrebbe dovuto esistere, ma dove fosse era il mistero alle mie scrupolose ricerche.
Solamente trovando il corridoio nascosto tra le pareti della piramide, si avrebbe trovato il luogo dove erano racchiusi i segreti della vita e dell’opulenza dei sovrani passati e di manoscritti che erano parte degli archivi cittadini. Era pure da presupporre che nello stesso luogo sarebbero state accumulate le fortune di lunghi secoli di splendore e commercio dei lontani condottieri Maya.
L’altra possibilita` era se questa piramide fosse stata eretta unicamente come tomba per il fondatore di questo citta`?
Era un lavoro snervante. Quante volte, con l’aiuto di Maria avevo inspezionato ogni possibile pietra di questa immensa piramide, cercando di svelare il passaggio nascosto che conducesse alle camere sotteranee. Avrebbe dovuto essere in qualche luogo. La logica diceva che non era possibile credere che avessero fatto tanto lavoro unicamente per piazzare alla sommita` un tempio. Era molto di piu` di questa unica possibilita` di lasciare per i posteri un tempio votivo come prova della loro gloria.
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