Ti rode il fegato?
Ti piange d'aceto il muco?
Allora non correre, bambina, resta qua vicino a me.
T'ho portato in braccio fino al muretto, proprio dove volevi stringere le dita, quelle del vento.
Quelle di tuo padre.
Te le ricordi vero? Le sue mani: lunghe, delicate, esitanti.
Vieni tesoro, abbraccia la mamma, c'è ancora tempo per fare finta che sia estate, per fare finta che il tempo non sia smesso.
Hai portato ancora semi alla piantina dell'orto? Le hai dato da bere? Poi ci facciamo la zuppa, insieme. Ti insegno, come faceva tuo padre.
(le mani morbide sono mie e sono sue, le tue manine, piccolina, sono il regalo della luna alla tua bellezza)
quanti uomini si innamoreranno di te, quando sarai donna e bella, quanti...li vedo già: affascinati dalla tua intelligenza, emozionati dalla tua ingenuità.
Ricorda una cosa, non scrivere mai, piccola, il tuo nome su parti del tempo che non ti appartengono.
E poi, ricordati sempre dei tuoi genitori, soprattutto di tuo padre. Ti ama, più di me.
Buon compleanno, Teodora.
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