Scritto da © Bruno Amore - Ven, 03/10/2014 - 07:36
Nero come il carbone che bruciava
il vecchio treno andò fuori servizio
quando sognavo di montarci sopra
andar lontano oltre ogni precipizio.
Si portò via quei sogni dell'infanzia
legate a scorribande irrealizzabili
laggiù, in praterie sempre distanti.
Entrò in linea un mostro grigio topo
senza eleganza né personalità, come
un ragazzo cresciuto troppo in fretta
era potente certo, di cavalli a cento
per trasportare merci e gente sudata.
Non mi piaceva partire su quel coso
avevo in sogno un destriero bello
di carne o ferro, irrequieto focoso
fatto da mani sapienti, un gioiello
e lo lasciai passar tanto era odioso.
Passò anche quello col muso aguzzo
che ero ancora lì sotto la pensilina
sul Marciapiede 1, quello importante
dal quale un viaggio vero si declina
ma non ci salii, sempre qualcosa contro
non mi si acconcia mai un vero bisogno
cambia la prospettiva giorno per giorno.
Neanche le rotaie sono sempre quelle
senza capo ne coda se non ci stai attento
come capita a me col mio scontento
e da sempre resto a imbambolar le stelle.
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